[VIDEO] Autovelox a Belvedere, il dispositivo che sta mettendo in ginocchio la costa tirrenica

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[VIDEO] Autovelox a Belvedere, il dispositivo che sta mettendo in ginocchio la costa tirrenica

Rispettando il limite di velocità, si impiega un minuto e mezzo circa di percorrenza
 

GUARDA IL TRATTO DI STRADA “INCRIMINATO”


 
«Se 200 macchine che vanno a Cosenza tutti i giorni, decidono di prendere l’autostrada a Galdo per paura delle multe che si prendono da Diamante a San Fili, quanti soldi si perdono tra le attività da Scalea a Paola? In una macchina di solito vanno 2/3 persone, quindi sono 600. La media è di 2 € a persona, sono 1.200 euro al giorno, per un mese circa 36.000€ , in un anno 432.000€ che non vanno più nelle tasche dei calabresi. Tenetevi gli autovelox, io vado da Lauria e faccio colazione sulla Valle del Noce» Ed ancora: «Sulla ss18 da Diamante a Cosenza attenti agli avvoltoi a caccia di carcasse come le più schifose razze della terra, imboscati per togliere denaro ai cittadini. In un mese 550€ di multe perché di colpo ti ritrovi un cartello con limite di velocità a 30-50-7o km/h. Vergognatevi, quando la gente non potrà più pagare, per non essere in difetto con lo Stato , vi verrà a rompere il c***!».
Il duro sfogo è solo l’ultimo, in ordine di tempo, che si può leggere sui social in queste ore a proposito dei dispositivi elettronici impiantati in ogni dove sulla costa tirrenica. M si badi bene: gli autovelox, i dispositivi per il rilevamento fotografico dell’infrazione di eccesso di velocità, avrebbero poco a che fare con la sicurezza e la tutela dell’incolumità dei cittadini. Secondo i più, gli amministratori della costa, che li hanno scoperti da poco, li piazzano dove possono per battere cassa, incapaci come sono di studiare una delle milioni di proposte e di opportunità di sviluppo e crescita economica delle cittadine che (mal) governano. Si potrebbero adottare certamente altri metodi che tutelerebbero gli autisti e i loro portafogli, ma perché ingegnarsi così tanto quando si può molto più semplicemente spennare il cittadino come un pollo, continuando a vessarlo ed esasperarlo quotidianamente?
Se lo stanno certamente chiedendo gli automobilisti che da da qualche settimana si trovano a fare i conti (salati) con gli autovelox impiantati nel tratto di strada della Ss 18 che attraversa il Comune di Belvedere Marittimo. Una carreggiata a doppio senso di marcia, non meno pericolosa di tutta l’arteria altotirrenica, che, rispettando i limiti di velocità, si percorre in un minuto e mezzo circa e che si estende per quasi 2 chilometri. Guai a sforare di qualche km/h od accelerare anche solo per sbaglio, le carte verdi irrompono nelle cassettine della posta e rovinano le giornate di chi non ha stipendio ma multe da centinaia di euro da pagare e debiti su debiti che si accumulano. Chi invece può pagare le multe, viene privato di una ingente somma che potrebbe invece spendere nelle attività commerciali, già piegate in due da uno stallo economico senza precedenti.
Ma allora che ne facciamo del rispetto delle regole? Nulla, senza il buon senso di chi amministra e se alle multe salate gli amministratori non affiancano corsi di educazione stradale e una cartellonistica “intellettualmente onesta” e ben visibile che avvisi per tempo e chiaramente tutte le auto in transito sul controllo elettronico della velocità. Contrariamente, si tratta solo di una beffa vera e propria perpetrata ai danni dei cittadini.
Oltretutto, a Belvedere molto spesso nel tratto della ss 18 che attraversa la cittadina, nel rettifilo nei pressi della caserma dei carabinieri, un autovelox viene letteralmente nascosto dai cespugli che costeggiano il manto stradale tanto da risultare invisibile agli automobilisti, costringendoli a brusche frenate quando questi si trovano in prossimità dei cartelli di avviso, posti solo pochi metri prima.
Ma perché tanto accanimento? Dove vanno a finire i soldi delle multe? I soldi incassati dalle multe inflitte dalla polizia municipale che effettua le rilevazioni su strada provinciale o statale, sono per metà devolute rispettivamente alla Provincia o allo Stato, per l’altra metà soggetti a vincoli di utilizzo da parte dell’ente comunale, secondo quanto stabilito dagli ’art. 208 e in parte all’art. 142 del Codice della Strada. Precisamente, come rporta il sito 6 Sicuro, gli incassi delle multe è destinato a: interventi di sostituzione, di ammodernamento, di potenziamento, di messa a norma e di manutenzione della segnaletica delle strade di proprietà dell’ente; potenziamento delle attività di controllo e di accertamento delle violazioni in materia di circolazione stradale, anche attraverso l’acquisto di automezzi, mezzi e attrezzature dei Corpi e dei servizi di polizia provinciale e di polizia municipale; miglioramento della sicurezza stradale, alla manutenzione delle strade di proprietà dell’Ente, incluse installazione, ammodernamento, potenziamento, messa a norma e manutenzione delle barriere e sistemazione del manto stradale delle medesime strade, ad interventi per la sicurezza stradale a tutela degli utenti deboli, quali bambini, anziani, disabili, pedoni e ciclisti, allo svolgimento, da parte degli organi di polizia locale, nelle scuole di ogni ordine e grado, di corsi didattici finalizzati all’educazione stradale, a misure di assistenza e di previdenza per il personale e ad interventi a favore della mobilità ciclistica.
In sostanza, più multe si infliggono, più Comuni, Province e Stato guadagnano. Perché mai dovrebbero cercare una soluzione alternativa per aumentare gli introiti?
 

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