(Fonte foto: dal web)
Oh, noi ve l’abbiamo sempre detto: il dottor Vincenzo Cesareo, come ogni ribelle che si rispetti, non è persona gradita nel suo ambito, soprattutto quando l’ambito è la sanità. Soprattutto se sei in Calabria. A maggior ragione se sei a Cetraro.
La sanità cosentina, lo diciamo senza timore di smentita, è spesso un mezzo attraverso il quale esercitare e mantenere il proprio potere. Peccato che la magistratura non se ne accorga. Per la sanità cosentina in molte occasioni non esiste né la legge né lo Stato, ma esistono padrini politici che si servono delle silenti pedine per assegnare posti, contratti, destinazioni, e persino per assegnare ricoveri, esami di risonanza e tutti gli abusi di cui tutti ormai sono a conoscenza.
Vincenzo Cesareo però è uno che a un certo punto si è ribellato a questo sistema e quel giorno stesso è cominciato l’incessante tentativo di esporre l’ormai ex direttore sanitario dello spoke Cetraro-Paola alla gogna mediatica, con il preciso intento di toglierselo definitivamente dalle scatole. Il piano A, andato fallito, si è palesato sulla stampa qualche anno fa, quando il medico cetrarese, improvvisamente, era stato dipinto come un temibile boss della mala. Accuse rinviate ai mittenti, insufficienti persino ad aprire un’indagine.
Certamente le denunce degli ultimi tempi, unitamente a tutte quelle dei tempi passati, tante, troppe e tutte sfacciatissime, qualcuno deve averle legate al dito. Ma non sappiamo chi. Sappiamo solo che il caso vuole che alla prima occasione venga “promosso” direttore sanitario di una struttura che non esiste, sollevandolo dall’incarico di direttore sanitario in una struttura che manda avanti da cinque anni. In quattro e quattro otto, perché quando ci sono di mezzo le loro necessità (sanitarie, s’intende) sono più lesti di una lepre. Altro che decreto di riapertura ospedali.
Proprio così. Il direttore generale dell’Asp, Raffaele Mauro, ha nominato il nuovo direttore dello spoke Cetraro-Paola, Antonio Figlino, relegando Vincenzo Cesareo alla struttura ospedaliera praiese. Solo che l’ospedale a Praia a Mare non esiste (rendendo di fatto illegittimo il decreto), non si sa se e quando verrà riaperto, e anche in caso di riapertura bisognerà capire di che tipo di struttura si tratterà. Per intenderci, se il capt di Praia a Mare verrà trasformato in presidio unico ospedaliero, non potranno esserci due direzioni sanitarie, ma rientrerà nell’ambito dello spoke territoriale. E a quel punto Cesareo rimarrebbe addirittura senza lavoro.
Fortunatamente, Cesareo non si fa intimidire da questi subdoli tentativi di metterlo all’angolo e fonti accreditate fanno sapere che trascinerà tutti in tribunale. E siamo solo all’inizio di un’altra guerra nella sanità, l’ennesima, che farà parecchi feriti.