(Il cartello di divieto nella villa comunale di Lauria)
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“Buongiorno,
sono un cittadino di Lauria.
Il sindaco della mia città, Angelo Lamboglia, da quasi un mese ha emesso un’ordinanza “anti-bivacco” (*), che, tra le altre cose, impedisce ai bambini di giocare a pallone nella villa comunale. Per farla rispettare ha impiegato sorveglianti, vigili e alcune volte sono stati chiamati anche i carabinieri, per controllarli.
Questi poveri ragazzini sono terrorizzati, quando giocano si nascondono o scappano come se stessero commettendo un reato. Sono d’accordo che non sia quello il posto giusto per giocare a pallone, ma gli ha concesso l’utilizzo del campetto in erbetta sintetica dalle 15,00 alle 17,00 del pomeriggio con 40° gradi, mentre negli altri orari devono pagare 2,00 euro all’ora. Posso anche essere d’accordo sul fatto che i ragazzini di 11 anni non debbano giocare con il pallone (definito nell’ordinanza “gioco molesto”) , ma che offrissero un posto idoneo che tuteli la loro salute psico fisica. È un loro diritto giocare in condizioni che non nuociano alla loro salute ed è un loro diritto giocare, come stabilito nella convenzione per i diritti dei bambini ( da zero a 18 anni 11).
Invece i nostri figli sono stati cacciati e invitati ad andare in un campo pieno di pietre, sterpi e polveroso, oppure in un campetto comunale a pagamento costruito con i soldi di tutti i cittadini ma che poi viene chiuso con il lucchetto. Chi non ha i soldi per pagare può usarlo soli tre giorni settimanali dalle 15 alle 17, sotto il sole cocente. Ovviamente se sono più di 10 bambini devono fare la fila e rispettare il turno perché è un campo da calcio a cinque.
Impedire ai bambini di giocare è uccidere la loro fantasia, calpestare i loro sogni. Invece oggi sono seduti tutti con i telefonini in mano a prendere i pokemon, è l’unica cosa che non è MOLESTA. I bambini vanno solo educati alla convivenza ed al rispetto dei più piccoli e dei più grandi, non vanno scacciati, bisogna saper stare tutti insieme. Nessuno ha più diritto degli altri ad usufruire dei posti pubblici, ma «la mia libertà finisce quando inizia la tua».
Ps. Dimenticavo di dirti che nel campo a pagamento non c’è neppure l’acqua e quindi i bambini non possono né bere né bagnarsi la testa”.
Lettera firmata
*Secondo il primo cittadino l’ordinanza rientra nell’ottica della tutela della sicurezza urbana e del decoro del centro abitato. Nell’ordinanza è stabilito il divieto del gioco del pallone in tutte le forme e modalità di svolgimento nelle piazze e nelle ville comunali, in quanto sono considerate luoghi di aggregazione e confronto. Pertanto non adatte «al gioco del calcio o altri giochi molesti. Coloro che non rispetteranno tali disposizioni saranno soggetti al pagamento di una somma che va dai 100 ai 300 euro. In caso di minorenni, la sanzione verrà irrogata a chi legalmente esercita la potestà genitoriale. In caso di recidiva, la sanzione è raddoppiata. Ovviamente, chi mette in atto tali comportamenti lesivi della propria città e della propria comunità è comunque tenuto al ripristino dello stato dei luoghi a propria cura e spese».