La sanità a Praia a Mare (Cs) è una scatola vuota, un enorme ammasso di cemento apparentemente in disuso. Sono le 11:50 del 22 agosto 2016, nelle sole cittadine di Praia e Tortora si contano oltre centomila di turisti, si sfiorano anche i 500mila se si tiene conto dell’intera utenza della altotirrenica cosentina. Ma nella Casa della Salute non c’è nessuno, e non perché (magari!) stanno tutti bene, ma perché i pazienti affollano altri presidi sanitari della costa, dove, contrariamente, si fa la fila per essere visitati e spera in un miracolo per un posto letto.
Qui invece hanno ridotto le prestazioni del reparto di radiologia dal 1° luglio al 31 agosto e dall’8 agosto hanno chiuso il Cup senza sostituire l’addetta, a sua volta mandata a sostituire un collega nella postazione di Diamante. Al Punto di Prima Intervento fanno quel che possono e forse anche di più, considerato che medici e infermieri non hanno gli strumenti adatti a fronteggiare un codice rosso. Gli altri reparti devono fare i conti con le assenze, con rinvii e prenotazioni che non arrivano più. Qualcuno è pronto a giurare che finanche dal centralino risponderebbero che alcune prestazioni a Praia a Mare non si possono effettuare. Dichiarando il falso. Come sono false le promesse di potenziare la struttura, come accade da ormai quattro anni. L’ultima risale a dieci giorni fa, una delibera a firma del Direttore Generale dell’Asp di Cosenza, Raffaele Mauro, che qualche medico ha già definito carta straccia, torna a illudere la popolazione mentre le forze politiche urlano già vittoria. Come al solito. Mentre il Capt (centro di assistenziale primaria territoriale) si avvia lentamente alla sua estinzione senza che mai nessuno sappia in realtà come risolvere la questione o che abbia mai avuto il coraggio di denunciare e di dire alla gente come effettivamente stiano le cose.
Il disegno maligno sulla sanità altotirrenica pare dunque essersi compiuto. Così, intanto, in altre strutture continuano a piovere milioni senza ritegno.