IdM GIOVANI: “Avanziamo con un nuovo entusiasmo senza esitazioni e illusioni, siamo qui per una Calabria libera. Noi siamo la futura classe dirigente, artefici del nostro destino e di quello della nostra terra”
Italia del Meridione come movimento politico, azione della governance dei territori e ascolto delle comunità che li vivono ha, nell’ultimo anno, dato l’avvio ad una nuova stagione politica e riorganizzazione della struttura interna e nazionale e in questa prospettiva sempre più valore e responsabilità sta assumendo la giovanile. IdM Giovani, nella figura della sua referente Francesca Cufone, ha iniziato un percorso politico che sta coinvolgendo molti ragazzi in Calabria ma anche fuori regione, pronti ad occupare ruoli, incarichi e ad assumersi un impegno attivo in nome di quella partecipazione democratica di cui da tempo si è persa la basilare funzione. Diversi gli incontri ormai quotidiani dove partendo dalla funzione della politica intesa come governo del bene comune, si arriva ad una visione della stessa che si presenta come prospettiva di rinascita di territori e quindi dell’intero Paese Italia. Bisogna cambiare la narrazione della Calabria ma anche la cultura che collega questa terra al malaffare e al nepotismo, che ha cancellato la memoria storica e un’identità che ha segnato il pensiero di epoche e terre.
L’ultimo appuntamento ha visto la presenza del prof Giuseppe Ferraro, ideatore e fondatore di IdM, in un excursus sul Movimento dalla nascita ad una visione prospettica come partito. “Italia del Meridione ha bisogno che amministratori, politici, imprenditori e associazioni del Terzo Settore, con il mondo della scuola e della sanità formino una nuova alleanza di luoghi e di persone, facendo emerge il senso di comunità nello sviluppo sociale della nostra regione. Lo sviluppo di un modello economico si fa con relazioni sociali in grado di rispondere alle nuove sfide globali coniugando etica ed economia, stabilendo legami sociali e generazionali differenti per uno stile di vita rivolto alla comunità, alla partecipazione e alla sicurezza comune. Per cambiare il futuro del nostro Paese bisogna cambiare lo sguardo, per avere riguardo, bisogna cambiare la voce, per esprimere tutto se stessi, persona per persona, senza personalismi, cambiando visione e prospettiva”, così il prof della Federico II.
Un incontro partecipato al termine del quale è stato redatto un vero e proprio manifesto firmato IdM Giovani. È nell’interesse della collettività nazionale pensare al Meridione non più come questione, ripartendo dalle tante risorse naturali, dalle potenzialità economiche, dalla cultura e da tutto il bagaglio cultuale, di esperienze e di tradizioni che hanno caratterizzato la storia di un popolo che per secoli è stato protagonista nell’Europa mediterranea. Un cambio di rotta anche di pensiero e impostazione che ha visto il Meridione d’Italia piegarsi su stesso, vittima e carnefice dei propri stereotipi e pregiudizi, defraudato della propria esistenza con la complicità dell’opportunismo e il trasformismo di una classe politica orientata soltanto al proprio tornaconto. Bisogna abbattere muri e sistemi che vedono questa terra in un costante stato di necessità e quindi emergenza, con interventi calati dall’alto che non hanno nulla a che fare con essa. E con quel costante nemico da combattere che si è trasformato in una logica di assistenzialismo e negazione di ogni sviluppo possibile. La Calabria è una regione speciale dove la sua identità è rimasta immutata e non è stata scalfita dall’omologazione causata dalla globalizzazione e dove ancora persiste quel concetto di comunità in opposizione alla troppa società, un dichiarato punto di forza su cui scommettere e investire. Passaggio obbligato è stato poi la questione elezioni politiche che devono trovare un linguaggio che non sia più quello della compravendita e dei portatori di voti perché abbiamo bisogno di portatori di azioni, di entusiasmo, di sapere per cambiare questa nostra terra e rivoltarla per una semina di futuro. I cittadini non siano spettatori delle sopraffazioni ma protagonisti delle scelte di liberazione. È questo il momento di farsi carico di un impegno che restituisca al Paese la dignità dei suoi rappresentanti, è questo il momento di ripensare la rappresentanza politica, la sua funzione e servizio, le sue modalità e la sua azione. La politica non è finita, il declino è arrivato per i politici dell’antipolitica, quelli che hanno coltivato caselle strettamente private, vantaggi personali, senza dare ascolto alle esigenze e ai bisogni dei cittadini. Per la Calabria è giunto il momento di uscire da quello stato di commissariamento che ha definito contorni e e inficiato ogni crescita economica, sociale, culturale, compromettendo il destino di intere generazioni. Un vulnus di rappresentanza che ha visto e favorito sempre nuove “invasioni”, da parte chi intende gestire e governare una terra di cui nulla conosce. Non basta sapere fare, è giunto il momento di sapere “cosa è bene fare”. Ed è da qui che la giovanile vuole partire, con un impegno attivo per riempire quei vuoti lasciati da una politica del qualunquismo e non senso e imporre scelte e azioni che abbiamo come base il bene comune. E poi attraverso idee e progetti costruire ponti e strutture che portino questa terra fuori dai propri confini, ripartendo proprio da Crotone, così come è stato nel passato. I giovani di questo ventennio costituiscono quello anello di congiunzione tra generazioni, punto di contatto e di incontro. In altre parole, “Noi siamo la futura classe dirigente, artefici del nostro destino e di quello della nostra terra. Agire significa difendere i nostri diritti, affinché nessuna opportunità ci venga più reclusa soprattutto quella di restare in Calabria e scriverne una storia e un destino diversi”.