Ci risiamo. I calabresi nuovamente martoriati da decisioni illogiche e scellerate di un governo centrale che sta definitivamente affossando la Calabria e i Calabresi.
Per giorni, “sinistri” e 5 Stelle ci hanno fatto credere che la colpa dello sfascio della sanità regionale fosse il centro destra di casa nostra, gruppo che invece ha dimostrato di coeso e lungimirante.
Fotunatamente è poi arrivato un giornalista a scoperchiare il vaso di Pandora. Saverio Cotticelli, ormai ex commissario ad acta alla sanità calabrese, non sapeva neppue di dover attuare il piano anticovid regionale. Uno scandalo di proporzioni enormi, che mortifica il popolo e getta ancora ombre su un gestione che lascia l’amaro in bocca.
Finalmente ora i cittadini conoscono la verità. Sanno con chi devono prendersela se la Calabria è ripiombata nell’incubo “zona rossa” e perché l’emergenza sanitaria si fa sempre più rovente, di ora in ora. Adesso sanno perché non ci sono i posti letto di terapia intensiva; peccato non siano stati messi al corrente su dove siano finiti i milioni di euro destinati alla loro creazione.
Ma ora sappiamo anche che il secondo governo Conte non ha a cuore questa regione. Non sappiamo invece perché la vice di Cotticelli, tal Maria Crocco, che qualcuno indica come la reale commissaria alla sanità, sia ancora lì, irremovibile. Al contempo, la nomina del nuovo commissario, Giuseppe Zuccatelli, insinua ulteriori dubbi e perplessità. E’ il solito professionista venuto da fuori a insegnarci come gestire, e male, la nostra martoriata sanità. Un signore che a inizio pandemia ha detto pubblicamente che le mascherine non hanno alcuna utilità e che il nuovo coronavirus si trasmette solo baciandosi per un quarto d’ora. Parole che, alla luce della disastrosa situazione attuale, pesano come un macigno. A proposito, anche lui risulta contagiato dal Covid e attualmente sottoposto a quarantena. Come dire, non c’è male come esordio alla guida della sanità regionale.
Ma noi calabresi non abbiamo un bel ricordo neppure dell’operato sin qui svolto da Zuccatelli, dal momento che il manager è già legato mani e piedi alla sanità calabrese, sia in provincia di Catanzaro, dove tutt’ora ricopre ruoli di prestigio, e anche in provincia di Cosenza, dov’è rimasto per qualche mese alla direzione generale dell’Asp bruzia, per poi raasegnare le dimissioni nel giugno scorso, tra malumori e polemiche.
Lo si chieda all’ex sindaco di Cetraro, Angelo Aita, o al consigliere regionale Giuseppe Aieta, chi è il signor Giuseppe Zuccatelli, e cioè colui che aveva firmato una delibera per l’autorizzazione dei lavori del punto nascita dell’ospedale Giannino Iannelli, con un docuemento rivelatosi poi privo di efficacia.
Ma al di là delle incapacità gestionali manifeste del neo commissario, mi verrebbe da chiedere al presidente Conte: perché ci mandate sempre “esperti” che non conoscono il territorio e le sue esigenze, quando nella nostra Calabria abbiamo il fior fior di medici e manager capaci?
Un nome su tutti? Gianfranco Scarpelli, un calabrese, che si è speso per la sua terra, nella quale è rimasto a combattere. Conosce la sanità come pochi e soprattutto conosce le esigenze dei cittadini. E’ direttore del Dipartimento Materno-Infantile dell’Azienda ospedaliera di Cosenza, diventato un gioellino e punto di rifemento per la sanità regionale. Un vanto, un fiore all’occhiello che meriterebbe maggiori attenzioni.
Sotto la sua gestione, in un’era di gentiliana memoria, l’Asp di Cosenza in soli tra anni, è passata da un disavanzo di 117 milioni di euro del 2011, ai 27 milioni di euro del 2014. Si tratta di una riduzione dei debiti pari a 90 milioni di euro, in 36 mesi, certificata dai dati di binacio ufficiali. Talmente bravo e capace, Scarpelli, che più volte nel tempo i detrattori hanno cercato di screditare. Chi può dimenticare l’assurda vicenda delle “parcelle d’oro” all’Asp di Cosenza, tanto pubblicizzata dai giornalisti. Bene, presidente Conte, sa come è finita quella vicenda, sa dove sono finite le accuse di abuso di ufficio? Nell’assoluzione in Appello di Scarpelli e del suo legale, Nicola Gaetano, e nessuno ad oggi ha chiesto scusa. Così come nessuna chiederà scusa ai calabresi per quest’ennesimo scempio.
G. M.