La storia dei luoghi e delle sue genti, la memoria dei saperi e delle conoscenze, l’identità di intere comunità sono racchiuse e comprese nelle pietre e nei paesaggi di quei borghi antichi che costituiscono il cuore pulsante di un Paese, quale è l’Italia, sempre più alla ricerca di una direzione nella custodia, tutela e valorizzazione di un patrimonio culturale che, pur essendo di indiscutibile ed indiscusso valore, stenta a costituire fattore propulsivo nello sviluppo socio-culturale, oltre che economico delle sue genti.
Usi e costumi, tradizioni ultramillenarie dei nostri borghi storici sono da sempre legati a certi modi di essere, di fare, di esistere che nel corso dei secoli hanno dato vita ad elementi materiali quali castelli, villaggi, architetture e sistemi urbanistici, ma anche immateriali quali paesaggi, condizioni di vita e comunità in possesso di valori etici e di patrimoni culturali.
Calanna è un piccolo comune dell’area metropolitana di Reggio Calabria di quasi mille anime. La sua storia ha origine antichissime, risalenti all’età protostorica, periodo in cui una popolazione indigena di origini sicule si stanziò sul territorio e oggi si presenta al mondo come fanno un pò tanti degli ottomilanovecentodieci nuclei urbani di antica formazione, con tante potenzialità ma il rischio concreto di morire spopolato e abbandonato.
Eh già…tante potenzialità, interne, endogene, che l’amministrazione locale, guidata dal sindaco Romeo, in sinergia e stretta collaborazione con la comunità locale, rappresentata anche dalla ProLoco, presieduta da Pietro Morena, ha deciso di conoscere e far conoscere, indagare, approfondire, studiare per iniziare, a Calanna, un progetto serio, visionario, di recupero e riqualificazione di un centro piccolo ma autentico, definito da viaggiatori attenti che vi hanno trovato familiare ospitalità, “la magica Cappadocia calabrese” per i suoi “tafoni” in arenaria, sapientemente scolpiti da Madre Natura nel corso dei secoli.
Il Castello Normanno, che fu uno dei più importanti centri di controllo militare della Valle del Gallico e dello Stretto e di cui oggi rimangono i ruderi della cinta muraria, sovrasta l’abitato del piccolo centro reggino aprendo, agli occhi dei visitatori, un panorama mozzafiato su tutta Reggio Calabria. Nondimeno, il Museo Archeologico custodisce preziosi reperti rinvenuti nell’area della necropoli, uno dei siti archeologici più antichi dell’intera provincia reggina risalente ad età pre-ellenica, con una storia di circa 3000 anni.
Calanna, è, dunque, un autentico scrigno di tesori che può e deve manifestare il proprio “genius loci” al mondo. Non a caso il sindaco Romeo, l’amministrazione comunale, la ProLoco e l’intera comunità portano avanti, ormai da cinque anni, l’impegno di offrire un borgo vitale anche attraverso l’organizzazione di manifestazioni come il Palio delle Contrade normanne, previsto per domani, 27 agosto, e l’elezione di “La Castellana d’Italia a Calanna”, posticipato al 31 agosto per le avverse condizioni meteorologiche di ieri.
Ancora un appuntamento, quindi, per l’UNICRAM, presieduta a livello nazionale da Giuseppe Emilio Bruzzese, responsabile artistico dell’intero progetto e sua figlia René, artista appassionata e creativa, a cui l’UNICRAM deve i preziosi abiti d’epoca che creano la suggestiva atmosfera dei tempi che furono.