Consorzio di bonifica di Scalea: i difensori dell’ambiente che tagliano i boschi e quei fatti ‘strani’

Un memoriale giunto ai nostri indirizzi di posta rivelerebbe particolari controversi su un taglio di alberi in zona Rinazzo di Grisolia e sulle dinamiche interne al consorzio di bonifica integrale dei bacini del Tirreno cosentino con sede a Scalea

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Consorzio di bonifica di Scalea: i difensori dell'ambiente che tagliano i boschi e quei fatti 'strani'

Al consorzio di bonifica ex Valle Lao di Scalea, gli animi sono piuttosto accesi. L’ente regionale da tempo è protagonista di infuocate polemiche per diverse questioni. Una volta per gli stipendi arretrati, una volta per la gestione commissariale, un’altra, che è quella più sottaciuta, attiene ai rapporti che legano tra di loro dipendenti e dirigenti. Che non sono sempre idilliaci. Anzi, stando a quanto ci riferiscono diversi testimoni, sarebbero incandescenti. Pare che dispetti, attacchi, accuse e controverse partenze sarebbero all’ordine del giorno.

 

La prova risiederebbe in un clamoroso documento di cui è venuta in possesso la nostra redazione. Un documento corredato da reportage fotografico che sarebbe finito dritto sulle scrivanie della procura, sulle quali stazionano da tempo anche altre denunce riconducibili alla gestione e all’andamento del consorzio.

La storia che stiamo per raccontarvi è contenuta in un memoriale e inizia il 5 maggio 2017, quando il direttore dei lavori del servizio forestale del Consorzio di bonifica Valle Lao di Scalea, Ugo Manco, scrive ai suoi superiori per segnalare un’anomalia in un cantiere. Siamo in località “Rinazzo” del Comune di Grisolia e il direttore dei lavori, incaricato del servizio dal mese di marzo dello stesso anno, interviene per un sopralluogo nell’area in concessione dell’ente consortile per fare una ricognizione dei cantieri attivi.

Come risulta dalle carte, al sopralluogo partecipano un geometra del settore forestazione, Franco Galiano, e un addetto al settore salvaguardia e tutela del patrimonio boschivo, Rocco Di Gioia. Davanti ai loro occhi – si evince dal documento – balza immediatamente il vuoto lasciato nell’area. Sono stati tagliati, infatti una settantina di alberi: pini, cipressi, abeti e cappaie di leccio e per questa ragione Manco protocolla una lettera, corredata da servizio fotografico, per chiedere conto al Direttore del servizio forestale, l’ing. Domenico Bruni, e al Commissario che gestisce il consorzio di bonifica, il dr. Domenico Marcì, della “situazione ambientale disastrosa” – scrive testualmente Manco – che ha trovato e chiedere conto dell’autorizzazione al taglio. Riferisce di aver chiesto conto agli operai che hanno detto di aver eseguito gli ordini impartiti dal predecessore di Ugo Manco, Pasqualino Lancellotta, direttore dei lavori fino a marzo 2017. Perché lo scempio ambientale che mostrano le foto, scrive il denunciante, è troppo evidente per essere taciuto.

Il prosieguo della vicenda lascia perplessi.

Come si evince da altri documenti, il direttore de Servizio Forestale, interpellato dal direttore dei lavori, risponde solo al commissario del consorzio spiegando di aver chiesto conto del taglio degli alberi all’ex direttori dei lavori Lancellotta, che a sua volta ha chiarito che l’azione di taglio si è resa necessaria per eliminare alberi bruciati o danneggiati da un incendio dell’anno precedente e fa notare piuttosto una presunta inidoneità del suo successore, Ugo Manco appunto, a svolgere il ruolo di direttore dei lavori.

È il 14 giugno del 2017 e contestualmente al chiarimento fornito da Bruni al commissario Macrì, arriva una lettera di Pasqualino Lancellotta al commissario e a Bruni stesso che ribadisce la bontà del suo operato, spiegando che i danni causati dagli incendi boschivi necessitavano di un intervento per eliminarne la pericolosità e consentire la riproduzione della foresta. Sottolinea inoltre che quei tagli non richiedevano particolari autorizzazioni e che non poteva fornire ulteriori dettagli sul cantiere perché trasferito ad un altro ufficio. Allega una documentazione fotografica risalente al giorno prima a sostegno di quanto dichiarato e annuncia di essere pronto a tutelarsi anche in sede legale da quello che definisce un «palese tentativo di scredito del mio agire e della mia professionalità».

Nelle foto del direttore dei lavori in carica, però, gli alberi tagliati non sembrerebbero essere solo alberi bruciati, danneggiati o pericolosi, ha le sembianze di un taglio indiscriminato e dovrebbe saperlo anche il direttore forestale Bruni, che a sua volta ha fatto un sopralluogo nell’area di Grisolia.

Intanto proseguono i fatti “strani”. Il geometra Franco Galiano, che ha sottoscritto la relazione di Manco, viene rimosso dal suo incarico a giugno del 2017. Il provvedimento è firmato dal direttore del Servizio Forestazione, ing. Bruni.

A questo punto il commissario dell’ente, Domenico Macrì, decide di volerci vedere chiaro. Il 20 luglio 2017 si presenta spontaneamente con la documentazione ai carabinieri forestali per evidenziare un presunto taglio abusi di alberi in località “Rinazzo” di Grisolia. Il 30 luglio, di domenica, i militari inviano tutti i documenti alla procura di Paola. A fine luglio 2017 il commissario Domenico Macrì viene rimosso dalla guida dell’ex Valle Lao.

Il 21 agosto 2017, l’ing. Bruni revoca gli incarichi anche al direttore dei lavori, Ugo Manco, e a Rocco Di Gioia, l’altra persona che aveva sottoscritto la relazione sul taglio, avocando a sé tutti i cantieri.

L’ex commissario Domenico Macrì, nonostante tutto, poche settimane fa si è recato in procura per verificare a che punto fosse la pratica “taglio alberi abusivo” riscontrando che a più di un anno tutto tace.

Oggi il consorzio ex Valle Lao ha un nuovo direttore del Servizio Forestazione, Domenico Bruni è stato rimosso.

Di seguito, qualcuna delle foto finite sul tavolo della Procura.

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