Reggio Calabria, perquisizione della Dda nel reparto di Neurochirurgia

Secondo quanto riporta Il Corriere della Calabria sono stati passati al «setaccio i computer per individuare file del dottore Cipri, condannato a un anno e 6 mesi. Le intercettazioni imbarazzanti e il legame con il “sistema Tibullo”»

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Reggio Calabria, perquisizione della Dda nel reparto di Neurochirurgia

Si sono presentati ieri sera, quando il turno del pomeriggio al reparto di neurochirurgia degli Ospedali Riuniti era quasi finito con in mano mano un decreto di perquisizione e sequestro che li ha autorizzati a passare al setaccio i computer del reparto, per individuare file, documenti, referti del dottore Saverio Cipri. Un’altra squadra di investigatori nel frattempo ha perquisito la casa del medico. È quanto riporta testualmente la giornalista Alessia Candito dalle colonne del Corriere della Calabria.

 

Ufficialmente i motivi dell’ispezione da parte degli uomini della Dda reggina non sarebbero noti, ma ci sarebbe molta preoccupazione trai medici poiché il nome del collega, come scrive ancora la Candito, di recente è emerso dalle carte di un’indagine estremamente delicata. Dalle carte emergerebbe che Saverio Cipri sarebbe stato in contatto con Angela Tibullo, la criminologa considerata dagli inquirenti parte integrante di un «sistema criminale» in cui le perizie sarebbero state stilate ad hoc per aiutare boss e malviventi ad uscire dal carcere.

Per Cipri non sarebbe nemmeno il primo grattacapo giudiziario. Nel maggio 2015 il dottore è stato condannato in via definitiva ad 1 anno e 6 mesi per omicidio colposo per la morte di Flavio Scutellà, ragazzino di Polistena deceduto agli ospedali Riuniti di Reggio Calabria dopo tre giorni di coma e una «lunga serie di ritardi ed omissioni che probabilmente – scriva ancora il giornale diretto da Paolo Pollichieni – hanno fatto sì che si intervenisse troppo tardi sull’ematoma al cervello che lo ha ucciso. Un intervento tardivo di cui – hanno stabilito i giudici – Cipri è responsabile».

Da allora il medico ha continuato a lavorare come se niente fosse accaduto, ignorato sia dall’Ordine dei Medici, sia dalla direzione generale dell’ospedale reggino.

Proprio nelle scorse ore il parlamentare Francesco Sapia ha fatto sapere di aver scritto al ministro della Salute, Giulia Grillo, e al presidente nazionale dell’Ordine dei medici, Filippo Anelli, a proposito della mancanza di provvedimenti disciplinari e sanzionatori nei confronti del neurochirurgo.

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