Ogni giorno decine e decine di barconi a pieno carico, utilizzando prima il corridoio di atterraggio abusivo rimosso, ora il neo corridoio realizzato presumibilmente proprio dal Comune a due passi dall’Arcomagno, riversano sulla spiaggia centinaia e centinaia di turisti che percorrono il tunnel ed accedono alla tanto declamata e ormai arcinota località del Tirreno.
Poco importa che l’Arcomagno non sia più raggiungibile dal mare, poco importa che l’accesso sia stato interdetto da un’ordinanza del Sindaco perché pericoloso ed a rischio frana, né valgono i buoni propositi per una fruibilità sostenibile: tutto in questo periodo deve essere mercificato al massimo: allora via gli sbarramenti, via i cancelli chiusi, si al corridoio di atterraggio comunale a discapito della spiaggia libera e che consentirebbe tutto questo afflusso di barconi in un sito che dovrebbe essere accessibile, tutt’al più ed eccezionalmente, per visite brevi, per piccoli gruppi e sorvegliato. Nulla di ciò. Tutto è predisposto per fare dell’Arcomagno un vero e proprio redditizio “carnaio”, una sorta di uso consumistico esasperato delle risorse che non ha prospettive, di cui i turisti sono a volte gli inconsapevoli strumenti.
Ed alcuni di essi così scrivono a noi: “Dovreste imparare a pensare meno al guadagno e più a preservare ciò che di buono avete. Altrimenti finirete per non avere più né territorio né turismo. Vi rimarranno solo quei turisti che, già oggi, non vi piacciono “. Ed inoltre: “Se gli operatori locali sono contenti così ed invece di salvaguardare un territorio che dovrebbe essere area protetta… io veramente non so più cosa dire”.
Ecco, affidiamo, purtroppo senza grandi speranze, queste osservazioni responsabili e ragionevoli all’attenzione dei sindaci e degli operatori della nostra zona.
Associazione Italia Nostra, sezione alto Tirreno cosentino