Nel pomeriggio di ieri una foto aveva allarmato la città di Scalea (ne abbiamo parlato qui: Scalea, il mare restituisce un grosso scheletro di animale). L’immagine ritraeva una carcassa di animale di grandi dimensioni in stato di decomposizione. Lo scheletro, che sembrava appartenere a un pesce di grossa taglia, sarebbe stato restituito dalle acque antistanti il mare di Scalea. Del singolare ritrovamento avevano colpito le dimensioni dello scheletro e soprattutto le cause incerte dello spiaggiamento. La nostra redazione poco dopo ha cercato di mettersi in contatto con un giovane biologo marino del posto, il quale in mattinata ha provato a risolvere l’enigma dopo aver valutato attentamente la foto.
Ecco cosa ci ha risposto: «A prima vista sembrerebbe il cranio di una rana pescatrice, la difficoltà del riconoscimento sta nel fatto che lo scheletro è ribaltato. Se così fosse non si tratterebbe di un fenomeno particolare, semplicemente la rana pescatrice non è un pesce rarissimo ma nemmeno troppo comune, per questo non è frequente lo spiaggiamento. Escludo l’ipotesi che sia stata uccisa dai pescatori, in quanto non avrebbero certo rigettato il pesce in mare, viste la qualità e il sapore delle sue “carni”.
Mi sembra di vedere che manchi la mandibola, segno che il pesce era morto da tempo. Nei giorni scorsi abbiamo avuto una buona mareggiata e il pesce potrebbe essere morto da una settimana circa. Mi sento inoltre di escludere l’ipotesi della morte a causa dell’inquinamento. Non potendo “toccare” con mano, non mi resta che formulare un’altra ipotesi. La rana pescatrice è un pesce molto particolare e l’unica causa, a livello antropico, che mi viene in mente è la pesca da strascico, il pesce potrebbe essere stato ferito dalla rete e successivamente morto e trasportato durante la tempesta. Come causa antropica penso a questo. Se si trattasse di cause naturali potrebbe essersi trattato di strozzamento, poiché questi pesci hanno la capacità di nutrirsi di prede anche più lunghe di essi”.