Praia a Mare, dopo il trapianto a Cancun Maurizio Coluccio è rientrato in Italia

Il web aveva avviato una raccolta fondi per sostenere le spese mediche per il trapianto in Messico. La foto è stata scattata all'aeroporto di Cancun poco prima della partenza

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Praia a Mare, dopo il trapianto a Cancun Maurizio Coluccio è rientrato in Italia

Un’avventura raccontata costantemente sui social network, per sentirsi meno solo a migliaia di chilometri da casa e per dare conto a tutti coloro che lo hanno aiutato per la seconda volta a sottoporsi a un trapianto di cellule staminali in Messico per combattere la rara malattia autoimmune da cui è affetto (qui la sua storia: “Praia a Mare: ha la sindrome di Cogan, ma grazie al web Maurizio Coluccio tornerà in Messico“). Così dopo la partenza dall’Italia e la permanenza a Cancun, da due giorni Maurizio Coluccio, colpito dalla sindrome di Cogan, ha raccontato anche il lungo viaggio che lo ha riportato a casa. All’alba di ieri mattina, intorno alle 5.23, ha scritto: «Si parte. Tra 30min partenza da Cancun (Mex), è dura. I dolori sono immensi. Ma affronterò con la forza che Dio mi sta dando, questo lungo viaggio. Italia, alle 18,30 mi vedrai atterrare. Anche se una parte del mio cuore rimarrà qua. In compenso questa maledetta malattia mi ha dato modo di conoscere persone stupende. Primo scalo a Zurigo per poi prendere quello per Firenze dove arriverò alle 18.30 circa».

 

Ma non sarà un viaggio di piacere: «Sono stati, e lo saranno ancora per molto, giorni durissimi, ma il gioco vale la candela, altrimenti le prospettive future erano ben molto tristi. Certo, parlo in positivo, perché credo che alla fine il sistema immunitario soccomberà alle nuove cellule trapiantate, e dipende anche molto da me e da tutto quello che mi starà intorno. Voi tutti, nessuno escluso, mi siete stati vicino, facendo sì che le mie giornate fossero meno pesanti e tristi, con i vostri innumerevoli messaggi. Certo avrò da affrontare ancora l’ostacolo del ritorno, che mi vedrà di nuovo combattere con il nuovo fuso orario, almeno per una settimana farò lo zombie, ma spero di riuscire presto a riprendere il ritmo e continuare a scalare la montagna che ho iniziato con gli interventi.

Per terminare, ringrazio in particolare una persona che ho conosciuto al mio arrivo a Cancun, che mi è stato vicino come un fratello, quello che è diventato per me, quasi giorno e notte, che mi ha aiutato con i medici a dialogare, e mi è stato molto vicino nei giorni difficili, essendo lui italiano, ma trapiantato e sposato da 23 anni in Messico, e la sua stupenda famiglia. Massimo, una persona straordinaria e di un animo come poche al mondo. Così come ringrazio tutti quella della clinica World Stem Cells Clinisc per la loro professionalità e competenza. Yona e Rodolfo con la sua famiglia, per essere sempre cari e comprensivi con me viste le mille difficoltà, e non ultimi, Pietrina e Alfonso, che nelle loro difficoltà lavorative e familiari sono riusciti ad aiutarmi anch’essi nel quotidiano. Termino qui questo mio post e il prossimo, con l’aiuto del buon Dio che non mi abbandona mai, lo scriverò comodamente dal mio divano di casa. Ciao a tutti… a presto».

23 ore fa Maurizio è tornato in patria: «Rieccomi in Italia. Appena atterrato e in viaggio per casa». Poi il riposo, il doveroso silenzio, fino a quattro ore fa quando è riapparso su facebook con un messaggio pieno di speranza: «Ciao Ragazzi, scusate se non scrivo tanto, oggi sono stanco da morire, ho appena riposato in tutto 2 ore e riprendere il ritmo del fuso europeo non è facile, spero di riuscirci presto in modo tale da essere più operativo e aiutare le cellule a fare il loro. Un Abbraccio a tutti, ci sentiamo presto».

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