In Calabria continuiamo ad assistere alla “svendita” del patrimonio comune come, appunto, le spiagge, attraverso concessioni a prezzi irrisori e per periodi lunghissimi. “La progressiva scomparsa della spiaggia è una delle maggiori emergenze della nostra Regione – sostiene Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons – non possiamo continuare a consumare il nostro futuro”. Specie negli ultimi anni le spiagge si sono “ristrette” e non è colpa del mare. Le responsabilità sono tutte di una edificazione selvaggia, più o meno tollerata, che distrugge le bellezze e le potenzialità della Calabria.
Spiace dover assistere alla cementificazione del territorio che troppo spesso lascia solo inutili ed ingombranti relitti. La recente edificazione di una megastruttura a Montepaone, ad esempio, pone inquietanti interrogativi su che senso abbia realizzare strutture del genere, specie se consideriamo che si è permesso l’edificazione nonostante i vincoli esistenti.
Realizzare opere a meno di 300 metri dalla battigia e, addirittura, a meno di 150 metri dal Beltrame la cui furia è tristemente nota sembrerebbe una follia. Permettere la realizzazione di una mastodontica struttura residenziale – continua la nota del Codacons – a neppure 150 metri dalla sponda del torrente che il 10 settembre del 2000 devastò il campeggio “Le Giare”, non è solo follia, ma una evidente mancanza di rispetto nei confronti di chi, in quella tragedia, ha perso la vita, gli affetti. Allora si parlò di “ennesimo disastro annunciato” eppure, concluse le cerimonie di rito ed asciugate le lacrime di circostanza, quella pagina tristissima della nostra storia, sembra non averci insegnato nulla.
E così si preferisce continuare a sventrare il territorio sacrificandolo sull’altare dello “sviluppo” – continua Di Lieto – nonostante a pochi metri di distanza sorga una struttura pressoché identica …ed oramai abbandonata. Un monumento alla Calabria che decide di distruggere le proprie coste. Per combattere l’ erosione – continua il Codacons – bisognerebbe decidersi di limitare le opere antropiche in prossimità delle coste; Impedire l’ estrazione di inerti lungo i fiumi, che operano il ripascimento delle spiagge per ripristinare l’ equilibrio tra erosione e deposito; Valutare seriamente quale impatto hanno le opere realizzate in questi anni per attenuare il fenomeno erosivo ed eventualmente ricorrere alle più recenti tecniche di interventi di ripascimento. Invece, come accade a Montepaone, si preferisce chiudere gli occhi e consentire la cementificazione della spiaggia e dei fiumi.
Il Codacons chiede alla Regione una task force che abbia come obiettivo quello di salvare le coste, contrastando seriamente il fenomeno dell’ erosione delle spiagge per impedire lo scempio del territorio e preservare un patrimonio, ambientale e turistico, che sta letteralmente scomparendo.