Verbicaro: una chiesa bizantina da salvare dall’incuria, dal degrado e dalla burocrazia

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Agli inizi del mese di gennaio  dell’anno passato, la sezione Alto Tirreno di “Italia Nostra”,  aveva raccolto l’accorato appello di una scolaresca, la IV b del Liceo Scientifico “ Pietro Metastasio” di Scalea, che  segnalava il grave stato di degrado e abbandono in cui versavano gli affreschi e la stessa  chiesetta Madonna della Neve di Verbicaro in provincia di Cosenza. In seguito si riuscì, finalmente, a concretizzare un primo intervento urgente di messa in sicurezza degli affreschi , dopo aver sollecitato attivamente, in tal senso, la Sovrintendenza per i Beni Artistici, Culturali ed Ambientali della Regione Calabria, inteso a fronteggiare le gravi, pericolose conseguenze che si prospettavano a carico di un prezioso bene religioso, artistico e culturale presente sul nostro territorio.

 

L’intervento che, per la verità, a quel tempo, non si rivelò propriamente sostanziale, anzi ebbe il significato iniziale di un semplice intervento “tampone”, e rimase in attesa di una ripresa dei lavori, riguardò un bene che venne subito inserito, a cura di “Italia Nostra”, nella “Lista Rossa” 2016 del Patrimonio Culturale a rischio, e fu condotto a favore di una bellissima chiesetta di origine bizantina, la Chiesa della “Madonna della Neve”, che domina, dall’alto di una rupe scoscesa, l’abitato di Verbicaro, posto, come sappiamo, a non grande distanza dalla costa.

La Chiesa di origine  bizantina (ricordiamo che la dominazione bizantina fu presente in Italia, e particolarmente nel nostro Mezzogiorno, nel periodo storico che va dal VI all’XI secolo dell’Era volgare), si presenta come un prezioso, identitario manufatto, testimone della nostra storia e della nostra complessa identità.

Questa risale ad un’epoca, quella medievale, in cui l’Impero Bizantino (inizialmente identificabile, secondo alcuni storici, almeno per alcuni secoli, con l’Impero Romano d’Oriente), aveva riconquistato molti dei territori, compresa la nostra penisola, ad opera dell’imperatore Giustiniano, sottratti all’Impero Romano d’Occidente dai “Regni romano/barbarici”, che si erano a quel tempo formati in tutta Europa anche e soprattutto a spese di quelli una volta appartenuti all’Impero Romano d’Occidente.

Alla “riconquista” romano/bizantina del territorio italico fece ampio seguito la diffusione, soprattutto in Italia meridionale, della Religione cristiano/ortodossa che, in uno con l’amministrazione civile bizantina, caratterizzò, a quel tempo, la storia delle nostre contrade anche con l’istituzione di alcune “eparchie” (l’equivalente ortodosso delle diocesi cattoliche), l’edificazione di molte Chiese che celebravano usando quel rito, l’istituzione di molti romitaggi e cenobi monastici orientali.

Di tutto ciò persistono, anche dalle nostre parti, le memorie storico/architettoniche, particolarmente proprio nella valle del fiume Lao (chiamato, in epoca medievale, Mercure) e del suo affluente Argentino ed anche del fiume Abatemarco, soprattutto a Papasidero, ad Orsomarso, ove, alla confluenza dell’Argentino nel Lao, esiste la chiesa di “S. Maria del Mercure” e a Verbicaro, tutti luoghi, questi, dove esistono, anche a breve distanza dall’abitato e lungo le valli fluviali, le grotte ove abitarono i monaci basiliani della comunità religiosa del Mercure.

Tra le memorie, appunto, di quel periodo storico, anche la Chiesetta della “Madonna della Neve”; chiesa, questa, che, sulle sue pareti, presenta  dei begli affreschi, alcuni proprio con tracce di epoca bizantina, altri di epoca successiva, in condizioni di forte degrado.

Abbiamo volutamente speso alcune righe in più di questo breve articolo per sottolineare la grande importanza storica e culturale di certi nostri monumenti, per evidenziare, per contrasto, l’inqualificabile ritardo e la vera e propria trascuratezza di cui è da sempre protagonista, specialmente dalle nostre parti, l’apparato burocratico .

Questo, spesso, rallenta colpevolmente, o addirittura ostacola, la manutenzione ed il restauro di quei beni che, soltanto essi, rappresentando una forte attrattiva per il turismo più qualificato, permetterebbero all’asfittica economia calabrese di rifiatare adeguatamente, così come è già accaduto in molte importanti regioni d’Italia.

Ci risulta, infatti, da informazioni ricevute da alcuni rappresentanti dall’Amministrazione comunale di Verbicaro, che, a fronte del grave peggioramento delle condizioni strutturali ed estetiche della Chiesa della “Madonna della Neve”, con la comparsa di fessurazioni e screpolature, la proliferazione di muffe scure all’interno, lo sbiadimento progressivo, o addirittura la scomparsa di alcune vaste porzioni delle preziose pitture murali, sarebbero stati da tempo stanziati, per provvedere agli interventi ora divenuti ancora più urgenti, ben 120.000,00 euro (60.000, 00 da parte del Ministero dei Beni Culturali e 60.000,00 da parte della Curia Diocesana di S. Marco Argentano).

Questa cifra dovrebbe, ed usiamo a questo punto il condizionale perché tutti sanno quanto sia difficile conoscere con esattezza le cose in tali circostanze, dovrebbe, ripetiamo, dopo circa un anno e mezzo dagli ultimi interventi tampone, essere nella disponibilità della Sovrintendenza Regionale.

Sarebbe proprio questo, tra l’altro, il periodo più favorevole per dare inizio ai lavori, prima che le prossime stagioni autunnale e invernale possano peggiorare ulteriormente, e forse irrimediabilmente, le condizioni della bella Chiesetta della “Madonna della Neve” di Verbicaro.

Sperando in una pronta, adeguata risposta, e soprattutto in una rapida, fattiva reazione delle competenti autorità, ci ripromettiamo, comunque, di seguire attentamente, momento per momento, gli sviluppi dell’incresciosa vicenda.

 

“Italia Nostra”, Sezione “Alto Tirreno Cosentino”