Terminata alla fine degli anni ’90, la discarica della Zaparia, rimasta attiva per pochi anni, è posta ad un’altitudine di mt. 441 ed è stata realizzata nella parte terminale e più scoscesa della vallata della Zaparia proprio al centro dei versanti del monte Finocchio e Cancero, quasi alla confluenza del torrente che sfocia a mare a confine dei comuni di San Nicola Arcella e Praia a Mare.
La discarica, con l’accumulo di rifiuti provenienti da vari comuni, ha assunto oggi la forma rilevata di un colle che quasi occlude la valle. Come tutte le discariche di rifiuti solidi urbani, il Percolato prodotto dell’impianto della Zaparia è un refluo con un tenore più o meno elevato di inquinanti organici ed inorganici derivanti dai processi biologici e fisico-chimici prodotto all’interno della discarica. Il percolato rappresenta uno dei liquami più difficili da depurare. Le acque di percolazione sono state concentrate e raccolte nella parte bassa del settore di scarico. Il percolato verrebbe poi immesso in una vasca di raccolta situata all’esterno dell’area di deposito.
La discarica della Zaparia sarebbe caratterizzata dal ricircolo del percolato nel corpo della discarica. Tale procedimento consente di ridurre i costi del successivo smaltimento. Pare che tale discarica in fase di realizzazione non prevedesse la tecnica del ricircolo, che, introdotta successivamente, avrebbe completamente azzerato i costi dello smaltimento del percolato .
La discarica della Zaparia sarà certamente dotata di un piano di sorveglianza e controllo post-chiusura allo scopo di garantire che tutte le realizzazioni impiantistiche progettate assolvano ancora alle loro funzioni in tutte le condizioni previste; che vengano adottati tutti gli accorgimenti per ridurre i rischi per l’ambiente; che venga assicurato un tempestivo intervento in caso di imprevisti.
A tale riguardo, anche al fine di contribuire ad evitare il ripetersi di inconvenienti segnalatici, vorremmo evidenziare quanto di seguito si ritiene di esporre.
L’efficienza dei sistemi di pompaggio del percolato e della discarica nel suo insieme è essenziale per il suo corretto funzionamento. Il guasto di tali sistemi non rilevato tempestivamente e considerata anche la natura molto isolata del sito, potrebbe determinare dispersione di liquidi dalla discarica nell’ambiente circostante, con le conseguenze facilmente immaginabili. Istallare un sistema di tele segnalazione di eventuali guasti, se la discarica non ne è già dotata, potrebbe essere fondamentale oltre alla normale e corretta tenuta in efficienza degli apparati tecnici esterni che forse meriterebbero una migliore sistemazione rispetto a quella segnalataci il 14 marzo c.a.
Il muro in cemento armato trasversale alla vallata che sorregge in qualche modo la spinta verso il basso di tutto il materiale raccolto in discarica, presenterebbe per quanto è possibile vedere, una lesione dove, lì ed altrove , si notano delle colature o infiltrazioni di liquidi presumibilmente provenienti dalla discarica. Tali liquidi fuoriescono all’esterno della discarica e potrebbero disperdendosi nel terreno antistante.
Poco più sotto del muro, forse a causa del dilavamento del terreno, è emerso un fronte di rifiuti al di fuori della discarica, cosa che francamente non ci saremmo aspettati. Non conosciamo la estensione di tale deposito, del perché si trovi in quel luogo e da quando, se autorizzato o meno, né conosciamo gli effetti prodotti da tali rifiuti sul terreno intorno ed a valle della discarica e sulle acque meteoriche che l’attraversano e che vengono convogliate nel vallone Fiuzzi. Inoltre è un sito non recintato , dove normalmente pascolano liberamente animali da carne e latte con possibile interferenza con la catena alimentare. Ispezionare il sito, verificare la qualità del terreno circostante anche per la presenza di pozzanghere al di sotto della discarica ed assumere eventuali misure di messa in sicurezza ci sembra il minimo che si possa richiedere.
Italia Nostra – Sezione Alto Tirreno Cosentino