da un post di Emiliano Morrone
“Un chirurgo di origine calabrese, Giuseppe Brisinda, torna in Calabria – in cui la malasanità ha prodotto vittime e dolore – dopo anni di studio ed esperienza presso l’ospedale Gemelli di Roma. Negli ultimi cinque anni è citato oltre 1.100 volte in lavori scientifici. Ha lavorato anche all’Università Cattolica di Roma. A Crotone, da primario triplica il volume dell’attività chirurgica, ma l’Azienda sanitaria di lì lo sospende con contestazioni che appaiono fumose: clima teso con i colleghi, mancanza dell’ascensore e disfunzioni organizzative varie, non certo imputabili al medico. Il direttore generale della stessa Azienda, Sergio Arena, firmatario del provvedimento di sospensione del chirurgo, non ha raggiunto l’equilibrio di bilancio. La legge (regionale) prevede, in questo specifico caso, la decadenza automatica del manager. Non solo, alla Iena Antonino Monteleone, Arena anticipa che si dimetterà, in caso di reintegrazione del primario da parte del Giudice del lavoro. Arriva la reintegrazione, ma Arena resta al suo posto. Bravissimo, per la ricostruzione del caso, il collega Monteleone”.
Immediata la reazione del M5s. «Il governatore Mario Oliverio continua a ignorare che i direttori generali delle aziende sanitarie decadono per legge, se non hanno raggiunto l’equilibrio di bilancio». Lo afferma, in una nota, il deputato M5s Francesco Sapia, che aggiunge: «Anche nel corso del recentissimo servizio di Le Iene sulla sospensione illegittima di Giuseppe Brisinda quale primario chirurgo dell’ospedale di Crotone, è stata ribadita tale norma regionale a proposito del dg abusivo Sergio Arena, firmatario del provvedimento contro Brisinda e rimasto al vertice dell’Asp di Crotone benché artefice, per la carica ricoperta, di pesantissimi disavanzi di bilancio».
«Oliverio – incalza il parlamentare 5stelle – non si accorge che restando immobile in proposito si rende responsabile, insieme alla sua burocrazia, di omissione di atti d’ufficio. Proceda allora, secondo legge, all’immediata rimozione di tutti i direttori generali che non hanno raggiunto l’equilibrio di bilancio, come gli abbiamo chiesto più volte con la collega Nesci. Giorni fa il governatore ha affermato di non aver mai agito con doppia morale. Ora deve solo applicare la legge, ma latita volutamente. Sulla sanità calabrese ha scaricato ogni colpa addosso al commissario Massimo Scura, nascondendosi per gli atti di propria competenza».
«La storia di Brisinda e Arena è emblematica – conclude Sapia – di una gestione regionale della sanità, intanto politica, che permette che professionisti titolati come il primo subiscano palesi e gravi ingiustizie e manager incapaci come il secondo rimangano in sella per garantire un intero sistema. Il Movimento 5stelle difende il diritto alla salute e la buona sanità pubblica. Pertanto non consentirà che proseguano simili paradossi né accetterà da chicchessia scuse ipocrite e giustificazioni fantasiose».