Crisi politica a Diamante, cui prodest? Racconto semiserio di una lenta agonia

0
Crisi politica a Diamante, cui prodest? Racconto semiserio di una lenta agonia

Nella foto, il senatore Ernesto Magorno e il sindaco di Diamante Gaetano Sollazzo
 
di. M.N.
In questi tempi in cui la vecchia e stanca Europa si sta interrogando sul fine vita, a volte assolvendosi, a volte dimenticando troppo presto, vediamo come andrà stavolta in un piccolo lembo di Calabria, dove si è di fronte ad un’altra agonia, quella della giunta Sollazzo.
L’organo d’indirizzo politico-amministrativo, per la prima volta, è guidato da un grosso portatore di voti della popolosa frazione di Cirella, messo sullo scranno dall’accordo con un portatore di voti e d’interessi del capoluogo, mica dal “massimo fattore”.
Ebbene nonostante sia retto dalla maggioranza più infarcita di medici che la sua breve storia ricordi, non solo non è riuscito a migliorare le sorti del paziente affidato, ma si barcamena fra l’eutanasia e l’accanimento terapeutico.

Per l’eutanasia appaiono almeno cinque consiglieri, i tre proposti da Magorno quando firmò con Sollazzo il patto per dar vita alla lista (Ornella Perrone, segretaria cittadina del Pd, il vicesindaco Francesca Anna Casella, moglie del senatore, e Franco Suriano, suo storico braccio destro) e i due che fanno parte della minoranza guidata da Cauteruccio.

 

Fino a qualche giorno fa sembravano dello stesso avviso anche i due consiglieri dell’altro gruppo di opposizione, allorquando invitavano a votare contro al bilancio di previsione, omettendo, però di dire che il voto contrario non produceva l’immediato scioglimento del consiglio e neppure l’automatico ritorno alle urne il prossimo 10 giugno. Solo i comuni sciolti con D.P.R. firmato entro il 24 febbraio rinnovano subito le assisi comunali (vedi Nocera Terinese).
Il TUEL fissa il termine per l’approvazione del bilancio al 30 aprile. A detta dei soliti ben informati, lo avrebbe approvato una nuova maggioranza, in caso di bocciatura il 19. Serviva, però, un casus belli in quanto il golpe consiliare era stato sventato.
Ed ecco che nel corso di un dibattito sul Porto, in programma presso il DAC la sera del 24, il Senatore Magorno divaga sulle vicende amministrative e le sue parole, forse interpretate in maniera estensiva, vengono interpretate come una comunicazione di “ritiro delle truppe”.
A questo punto il Sindaco Sollazzo riunisce l’equipe medica e prova un intervento delicatissimo a cuore aperto per sostituire la valvola aortica, chiamando anche esperti esterni. L’intervento pare riuscito e nel primo pomeriggio del 26 dirama un breve comunicato, ma senza sciogliere la prognosi. Il paziente è salvo, ma non si conosce il decorso post-operatorio.
Tornando seri, Sollazzo, stanco degli strali dell’ingombrante compagno di partito, ha preso atto della (definitiva?) uscita dalla maggioranza dei consiglieri che fanno capo al Senatore Magorno ed ha annunciato la volontà di prendere provvedimenti.
Questa volontà, però, non si è ancora concretizzata in atti amministrativi, infatti non sono state ancora revocate e riassegnate le deleghe in possesso dei tre uscenti.
Qualora si confermi la rottura, si pongono vari scenari davanti al primo cittadino. Il TUEL, infatti, consente di nominare fino a quattro assessori, ma non ne fa un obbligo, inoltre essendo ormai ad un anno dal termine naturale del mandato, nessun TAR obbligherà ad una composizione rispettosa delle quote di genere, mentre sarà necessario indicare un nuovo vice-Sindaco.
Nel frattempo è arriva la nota della segretaria del Circolo PD, Ornella Perrone, anch’essa consigliera comunale, la quale ha convocato gli iscritti, ivi compresi i contendenti, ad un chiarimento/confronto da tenersi in sezione la sera del primo maggio che potrebbe anche portare ad un nuovo ripensamento dei tre ribelli, passo indietro che stavolta, però, potrebbe non bastare.
Il primo cittadino, intanto, pare aver cambiato aria, riprendendo una vecchia usanza dei tempi di crisi, quando il generale abbandonava il paese in attesa che i centurioni si chiarissero fra di loro.
Di certo l’ipotesi meno accreditata appare quella del commissariamento, a detta di molti, utile solo a Magorno per impedire all’ormai odiato avversario di condurre la campagna elettorale con la possibilità di usare la cassa per fare clientela. In fondo l’arte del tirare a campare è arte tutta italica, perché stupirsi.