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Che si abbia fede o meno, ci sono delle testimonianze, dei racconti, che sono così straordinari, apparentemente inspiegabili, da apparire veri e propri miracoli e che senza dubbio lasciano senza parola anche l’ultimo degli atei. Storie che al di là del fattore religioso, meritano di essere raccontate perché fanno bene al cuore e all’anima. È il caso di una donna napoletana, che sul gruppo “Le Grazie della Madonna della grotta”, dedicato alla statua della Vergine patrona della città di Praia a Mare (Cs) si firma Titina e che qualche ora fa su quella pagina ha reso pubblica la sua toccante testimonianza.
“Era il mese di agosto di 16 anni fa e come al solito, ormai da anni, eravamo in viaggio da Napoli verso Praia per passare le vacanze estive. Mio figli, ormai patentato, era dietro di noi in autostrada con la sua auto per portarla a Praia ed essere più autonomo negli spostamenti estivi con gli amici.
Ad un tratto, dopo un po’ di km, all’altezza di Petina, mio marito non vede più dallo specchietto retrovisore l’auto di mio figlio, pensammo: «Si sarà fermato a Contursi per un caffè!?». Quindi procedemmo la marcia e facemmo sosta a Sala Consilina per aspettarlo.
Passò un’ora e la macchina non si vedeva, ci allarmammo e mio marito chiamò la polizia per avere notizie… ed avemmo proprio una bella notizia. Un mercedes nero era rimasto vittima di uno scontro con un tir in sorpasso nei pressi di Eboli, la macchina corrispondeva ma noi noi volevamo credere che fosse nostro figlio.
Partimmo immediatamente per raggiungere il luogo dell’incidente, ed era proprio lui. Uno scenario da incubo la macchina era rimasta schiacciata sotto il tir che in sorpasso era sbandato e l’aveva schiacciata. Era finanche difficile intravedere il corpo di mio figlio. Non voglio parlare del nostro stato d’animo e di quello che i nostri occhi assistettero all’arrivo sul posto.
Arrivarono i pompieri per tagliare le lamiere ed estrarre il corpo di mio figlio che io fissavo in continuazione e che vedevo inerme nell’abitacolo ormai inesistente dell’auto, era tutto un’ammasso di lamiera. Gli uomini del 118 di Battipaglia non riuscivano a comunicare con lui, o meglio, era lui che non dava segni di vita. Lo sconforto totale. Dopo due ore finalmente riescono a liberare mio figlio dall’auto. Noi eravamo pronti al peggio ormai, ma quando lo abbiamo visto SCENDERE DA SOLO DALLA MACCHINA PRATICAMENTE ILLESO SENZA NESSUN SEGNO ADDOSSO, neanche un graffio, respirare a pieni polmoni, e correre verso di me ad abbracciarmi… cosa volete che vi racconti?
Il mio cuore è scoppiato di gioia e non vi dico l’emozione, non riuscivo neanche a parlare. Ma lui mi rincuorò dicendomi: «NON PIANGERE MAMMA IO NON ERO SOLO IN MACCHINA PER TUTTO IL TEMPO È STATA CON ME UNA SIGNORA CHE TENENDOMI STRETTA LA MANO MI HA DATO CORAGGIO E MI RINCUORAVA, PROPRIO COME FAI TU NEI MIEI MOMENTI BUI». Ed io gli risposi: «Una signora? Ma eri solo in macchina?». E lui sorridendo: No mamma, guarda c’era lei con me», e mi mostrò l’immaginetta della MADONNA DELLA GROTTA DI PRAIA A MARE. Allora capii, era tutto un disegno divino e la Madonna mi aveva protetto mio figlio proprio come fa una mamma con il suo.
Da allora ogni anno in agosto andiamo a Praia con tutta la famiglia, mio figlio con sua moglie e i due bambini (Maria e Mariano) e facciamo visita al SANTUARIO DELLA MADONNA DELLA GROTTA con il cuore pieno di gioia.
Mio marito, un po’ ateo, ancora oggi dopo 16 anni stenta a crederci ma io imperterrita lo guardo e gli dico: «Potrai anche non crederci ma è così».
Dopodiché, proprio come il marito della signora Titina, ognuno è libero di credere o meno. Fatto sta che non è la prima testimonianza di un presunto miracolo ad opera della Vergine Maria amata e venerata nella città dell’isola Dino. Tra le tante altre storie e testimonianze che si possono trovare nel libri di storia passata e nelle più recenti pubblicazioni, proprio una di queste fu raccontata qualche tempo fa alla nostra redazione: “Praia a Mare (Cs) | La storia del miracoloso salvataggio in mare, sette anni dopo: ‘Fu la Madonna della Grotta a salvarci’“.