Nella foto, una veduta del Capt di Praia a Mare, la struttura sanitaria che è in attesa di essere riconvertita in ospedale grazie a due sentenze del Consiglio di Stato
Il fatto che il web dia la parola a tutti, proprio tutti, è un’alta forma di democrazia che però con l’avvento dei social network si sta rivelando un’arma a doppio taglio. Tutti dicono tutto senza sapere niente. E fin qui potrebbe essere anche sopportabile, ma quando a dire cose ignoranti sono coloro che informano, pardon, pensano nella loro testa di informare una vasto pubblico su questioni come sanità e salute, meriterebbero non solo la censura ma anche qualche giorno di carcere.
Il caso specifico al quale faccio riferimento è la riapertura dell’ospedale di Praia a Mare. Da una parte i giornalisti con le carte in mano che invitano alla calma, dall’altra le istituzioni locali che con sacrifici portano a casa risultati, seppur risicati, ma ingigantiscono le notizie per ottenere l’effetto “ma quanto siamo bravi!”, in mezzo ignoranti gravi della materia sanità che per tifoseria squadrista, cinque minuti di gloria o appagamento personale scaturita da una ventina di like faisbucchiani, unitamente a politici morti fama e di voti, distorcono le notizie, le plasmano a proprio piacimento, fino ad arrivare, a volte, ad inventarle di sana pianta.
In tutto questo trambusto i cittadini non sanno più che pensare. Ma l’ospedale allora è aperto o no?, cosa si è inaugurato?, se mi viene un infarto potranno curarmi, mi salverò?, hanno ragione i giornalisti, i sindaci, i politici che ricompaiono a 90 giorni dal voto o i tuttologi internauti senza arte né parte? Le ultime due categorie non di sicuro, ma da giorni a gettare benzina sul fuoco ci ha pensato un annuncio del sindaco Antonio Praticò, principale condottiero della battaglia insieme al collega Pasquale Lamboglia, che in un comunicato ai cittadini informa dell’attribuzione del codice ospedaliero a Praia a Mare, nella fattispecie il n. 180008.
Nel giro di poche ore sugli spalti di facebook decine di tifosi ignoranti gridavano (per la tremilionesima volta) al miracolo e alla (ventimilionesima) riapertura ufficiale dell’ospedale di Praia, mandando in confusione (per bilionesima volta) i cittadini del comprensorio. Ebbene, noi che l’informazione la facciamo per mestiere, che non scriviamo a seconda della convenienza ma per la verità, che non scriviamo né pro o contro qualcuno, che non abbiamo nessuna intenzione né interesse di intraprendere guerre ad personam, ma che al tempo stesso non facciamo campagna elettorale a nessuno e soprattutto abbiamo occhi e orecchie dappertutto e pile di carte sulla scrivania, la notizia l’abbiamo verificata. Come impongono le leggi e il buon senso.
Ebbene, il codice di attribuzione ospedaliero sta alla riapertura dell’ospedale di Praia a Mare come Magorno alla politica. Il codice non apre nessun ospedale, è solo un attribuzione di riconoscimento, come l’attribuzione del nome a bimbo appena nato. Gli ospedali li aprono solo e soltanto i decreti del presidente della Regione o, nel nostro caso, del commissario ad acta alla sanità regionale, non le stronzate urlate a squarciagola a mezzo facebook. E per il momento siamo a conoscenza solo delle ultime.
Francesca Lagatta, giornalista,
direttrice de La Lince