La conversazione avviata dal commissario Massimo Scura (nella foto) è stata registrata durante una riunione privata con alcuni amministratori locali
Il commissario ad acta alla Sanità Massimo Scura non ha mai voluto la riapertura dell’ospedale di Praia a Mare e questa è stata sempre e solo l’unica certezza dell’intera vicenda, ma quando la stampa locale lo ha fatto notare più e più volte, ecco che erano arrivate le accuse più disparate di giornalismo becero e disfattista. Oggi, invece, lo ascolterete direttamente dalle sue parole grazie alla pubblicazione di un audio registrato a sua insaputa durante una riunione privata con alcuni amministratori convocata lo scorso 17 gennaio.
Ma questa non è l’unica frase degna di nota, anzi, l’audio fornisce diverse informazioni grazie alle quali le montature e forzature politiche dei passarellisti di professione, vengono sciolte come neve al sole. In primis, Scura chiarisce la questione del fantomatico decreto di riapertura, che, proprio come avevamo rivelato noi de La Lince, non esiste. «La situazione è questa – dice ai presenti testualmente -. C’è un decreto di riapertura dell’ospedale di… cioè, NON È UN DECRETO, è una sentenza del Consiglio di Stato che dice che deve riaprire l’ospedale di Praia a Mare». Il decreto, ad oggi, è solo nella mente di qualche politico del Pd calabrese che afferma il contrario mentendo sapendo di mentire.
Ma c’è di più. «A tal proposito vi informo – aggiunge Scura – che sto per mandare una lettera al commissario ad acta (Eugenio Sciabica, nominato dal Consiglio di Stato, ndr) perché, per quella che per l’avvocatura dello Stato è una sua istruttoria, è solo una istruttoria, non è che può prendere una decisione, è un’istruttoria per capire cosa fare qui – sottolinea – va deciso alla fine che cosa mettere a Praia a Mare per non fare doppioni, triploni, ecc…».
In sostanza Scura, che è firmatario ultimo di ogni decisione in merito alla sanità calabrese, dice implicitamente che tutti i proclami fatti fin qui sono meno dell’aria fritta, perché in realtà non è stato ancora deciso cosa mettere nella struttura sanitaria praiese. Oltretutto Scura non dice che consulterà i deputati Ernesto Magorno ed Enza Bruno Bossio o il sottosegretario di Stato Tonino Gentile (che vanno sbandierando meriti inesistenti) per riaprire l’ospedale, bensì il dottor Sciabica, l’unico incaricato dai giudici del massimo tribunale amministrativo italiano di attuare l’ormai nota sentenza del 20 maggio 2014.
Ed ancora: «Io ero contrario all’apertura di Praia, ho scritto al Consiglio di Stato ma non ne hanno tenuto conto. […] Sarà un ospedale purtroppo utile solo a Praia, Tortora e Aieta, e basta». Ma è alla fine che Scura mostra tutta la sua contrarietà forse indotta dall’alto per un ospedale pubblico di confine (la cui chiusura ha causato milioni di euro di debito alla Regione a causa dell’emigrazione sanitaria) dall’indiscussa importanza in un’area in cui in alcuni tratti è da ritenersi disagiata e ad altissima densità turistica, con una frase illogica e insulsa che forse è la chiave di volta per molte domande: «Dice… “ma d’estate diventiamo centomila”. Perché voi conoscete qualcuno che va in vacanza per andare in ospedale?»
In compenso, Scura sottolinea con veemenza durante la conversazione l’importanza dei due ospedali privati di Belvedere. Per essi la vicinanza di poche centinaia di metri non fa testo, per l’ospedale di Praia a Mare, che è troppo vicino ai due ospedali belvederesi, invece sì.
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*La foto di copertina è tratta dal sito LACNews24