Angelo Topa (nella foto), di origini campane, si è spento nella sua casa a Praia a Mare stroncato da un infarto durante il sonno
L’hanno trovato morto nel suo letto, nella sua casa, devastato da un infarto che non gli ha lasciato scampo, un malore vigliacco che l’ha colto nel sonno, senza neanche lasciargli la possibilità di lottare ancora, come aveva fatto per quasi tutta la sua esistenza. È morto così Angelo Topa, 44enne di Praia a Mare, uno che la vita l’aveva presa a morsi seduto da quella sedia a rotelle su cui era costretto dall’età di 17 anni, divenuto simbolo indiscusso della voglia di vivere mista a una forza di volontà di ferro. Mai un giorno di autocommiserazione, semmai aveva stupito i medici per i suoi continui e costanti progressi, che l’avevano portato prima ad alzarsi dal letto nel quale era rimasto immobile per mesi, poi a sedersi su una sedia a rotelle spinta dai famigliari, poi ancora in sella a un aggeggio ultramoderno che comandava da solo con i tasti, fino a riacquistare, in età adulta, persino la parola dopo un delicato intervento.
Angelo era rimasto completamente immobilizzato, fatta eccezione per gli arti superiori, dopo il dramma che l’aveva segnato per sempre quando era ancora adolescente. Era l’inizio dell’estate del 1990, Praia a Mare era la città simbolo del progresso e del benessere, con il reddito pro capite più alto della provincia di Cosenza e le sue decine di uffici e stabilimenti a dare posto a migliaia di persone, mentre i negozi e i ristoranti erano strapieni di turisti. Il sole picchiava forte e la calura invitava a fare un rinfrescante bagno in mare. Un gruppo di ragazzini decide allora di gettarsi in mare, ma calandosi dagli scogli di località Fiuzzi. Un rituale che si trascina fino ai giorni nostri. Ma quando è il turno di Angelo, 17 anni appena, qualcosa va storto. Un tuffo maledetto, una capriola nel punto sbagliato, e il giovane si schianta sul materiale roccioso spezzandosi la spina dorsale. Finisce in coma.
In un primo momento sembra che Angelo sia destinato ad agonizzare durante le sue ultime ora di vita e invece tra lo stupore generale dopo qualche tempo riapre gli occhi e si aggrappa forte alla sua esistenza. La riabilitazione è lunga e dolorosa, ma Angelo ce la fa e riappare in paese su una carrozzella spinta sempre e comunque dal suo adorato papà Gennaro, fino a che un bel giorno, dopo anni, in carrozzella comincia a muoversi da solo manovrando i pulsanti con la sua mano destra, e poi a parlare dopo un’operazione alla trachea.
Angelo non ha più voglia di chiudersi in casa e d’altronde non ne ha nemmeno motivo. Angelo ha la spina dorsale spezzata, ma i muscoli della sua faccia si muovono benissimo e infatti sorride, sorride sempre.
Un giorno sul suo cammino incontra i ragazzi dell’associazione “Teniamoci per mano”, una onlus che raduna le persone diversamente abili, nelle più disparate condizioni, e insieme inneggiano alla vita con una miriade di attività, ma soprattutto proteggendosi con l’amore e l’affetto. E una forza di volontà disarmante.
Quei “pazzi” dell’associazione decidono che Angelo deve tornare in acqua, dove era cominciato il suo dramma, per dimostrare che la paura è solo un concetto astratto e che i limiti non esistono. Detto, fatto. Nell’estate del 2013, imbracato per bene, l’allora 40enne, 23 anni dopo, torna a fare il suo primo bagno in mare sostenuto da uno speciale marchingegno, documentando tutto sulla sua pagina facebook. Accanto a lui sempre il suo papà, visibilmente emozionato.
Di seguito, invece, il servizio realizzato dall’emittente televisiva Rete3 Digiesse, che si occupò della vicenda nell’immediato, intervistando lo stesso Angelo e tutti coloro che l’aiutarono nell’impresa.
Ma Gennaro, il suo inseparabile genitore, muore qualche tempo fa e per lui si riaprono le porte dell’inferno. Fino a questa notte, quando senza nemmeno accorgersene ha lasciato questa terra, per andare, chissà, forse a riabbracciare suo padre.
Il 14 febbraio del 2015, aveva postato una foto corredata dalla scritta “La vita è bella”, mentre in quest’altra postata su facebook il 16 marzo del 2016, Angelo scriveva: “Mamma papà voi per me siete i migliori genitori che un figlio può avere grazie di tutto ciò che fate per me”. Questo era Angelo Topa.
Riposa in pace, Angelo. Di nome e di fatto.