L’episodio è avvenuto la notte scorsa al disco pub Free Time
Ore 3:25, Grisolia Scalo. Mentre in strada il vento soffia forte accarezzando violentemente le luminarie natalizie e le temperature rasentano lo zero, nella mente di qualche malvivente si insinua il pensiero di dover dare alle fiamme il bar Free Time, nonostante l’esercizio commerciale si trovi a pochi passi dalle linea ferroviaria che attraversa l’alto tirreno cosentino e in pieno centro abitato.
Ma per l’aspirante attentatore incendiario, le cose si mettono male sin da principio. I proprietari del locale hanno installato ben otto telecamere per proteggere l’area e tre di queste sono puntate su entrambe le entrate, una adiacente la strada, l’altra leggermente meno in vista, posta sul retro del locale.
Pertanto, le telecamere registrano per filo e per segno quei drammatici secondi in cui si vede un uomo, piuttosto agitato, cospargere le serrande di liquido presumibilmente infiammabile, contenuto in quella che sembra una tanica di benzina.
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Ma il malvivente, che non sembra un professionista della mala, è piuttosto goffo e provoca dei rumori che, nel cuore della notte, destano inevitabilmente dei sospetti. Così il proprietario del locale, che vive nello stesso stabile al piano di sopra, si affaccia e vede questa persona mentre è intenta ad accendere uno straccio presumibilmente intriso di benzina e gettarlo verso il marciapiede, ma le urla disperate del commerciante lo mettono in fuga in direzione stazione ferroviaria.
Fortunatamente, la fiamma deve essersi spenta durante il lancio a causa delle violente folate di vento e così quando lo straccio ha toccato terra l’incendio non è divampato.
Secondo indiscrezioni, il locale sarebbe rimasto aperto fino a un paio di ore prima e niente lasciava presagire un simile episodio. Oltretutto, nessuno sinora, né i proprietari né i dipendenti, sono riusciti a risalire all’autore del vile gesto, né si danno una spiegazione logica.
Ad ogni modo, in mattinata è stata sporta regolare denuncia ai carabinieri, che al momento indagano sull’accaduto, facendo leva su altri due buoni indizi: il ritrovamento della tanica usata a mani nude dal mancato attentatore e il ritrovamento del tappo nei pressi della stazione ferroviaria.