Un ascensore al centro di una diatriba tra amministrazione e ambientalisti, con la Soprintendenza che finisce per dare ragione a questi ultimi. Una profonda riflessione, quella del nostro Forbidden, che strappa un sorriso amaro
Anche gli ascensori vanno in Paradiso, addirittura, a Praia a Mare, ce n’è uno che si attende come la parusia, ossia, come la venuta di Cristo alla fine dei tempi con lo scopo di instaurare il Regno di Dio. Si tratta dell’ascensore del Santuario Madonna della Grotta, annunciato dall’amministrazione comunale di Praia a Mare quale strumento di rilancio turistico-religioso del luogo. Ma al momento, tutto è fermo.
Infatti, la Soprintendenza ai beni archeologici di Cosenza ha detto “no” al progetto, perché la struttura alta quaranta metri, lungo cui l’ascensore dovrebbe fare il suo “saliscendi”, è stata definita un pugno in un occhio e, di questi tempi, tutti vogliono vederci meglio. Ma l’amministrazione si difende, affermando che l’Ente di tutela avrebbe espresso un parere su un progetto che non esiste; infatti, intorno all’ascensore si sarebbe creato un mistero della fede: c’è ma non si vede, esiste in forma di concetto; come il logos, è un progetto divino che procede di mente in mente. In poche parole, la Soprintendenza ha bocciato non un progetto, ma solo degli schizzi che il Comune di Praia a Mare ha elaborato dopo alcuni incontri informali con l’Ente di tutela. Il risultato è che questo progetto nessuno lo conosce, può solo essere immaginato; è stato annunciato anche dai pulpiti delle chiese di Praia a Mare, ma non si è mai manifestato. Si è certi solo di una cosa: l’ascensore è morto, si attende la sua resurrezione.
Sulla vicenda sono intervenuti anche gli ambientalisti. Al grido di Fermate quello scempio, i seguaci di Pan hanno vinto, influenzando, forse, le scelte degli organi competenti. Pertanto, da oggi, due cose saranno certe per i cittadini di Praia a Mare: la morte e il potere ostativo degli ambientalisti.
Nessuno sa cosa accadrà in futuro. Noi ci ridiamo su.
L’ironia è pur sempre un’arma di ribellione.
di Fobidden