Lo ha detto ieri il ministro Beatrice Lorenzin in visita in Calabria
«Sulla necessità di un proseguimento della situazione commissariale in Calabria non ci sono dubbi visti i numeri che purtroppo non sono positivi né dal punto di vista del conto economico né dal punto di vista dei Lea (livelli esistenziali di assistenza, ndr) dovuto anche, devo dire, al fatto che per i Lea non sono stati caricati i dati. Ci troviamo quindi anche in una discrepanza dei dati che però sono quelli su cui noi dobbiamo poi fare una valutazione». A pronunciare queste parole è stato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, ieri in visita a Rossano, circa l’eventuale revoca del commissariamento della sanità. In altra parole, il commissariamento in Calabria va avanti, ad oltranza, Come avevamo più volte e ripetuto noi de La Lince nelle scorse settimane, anticipando come le manifestazioni del presidente Oliverio fossero unicamente delle messe in scena e, più precisamente, delle mere perdite di tempo.
«In merito alle questioni sollevate dal governatore Mario Oliverio – ha detto ancora la Lorenin – sulla figura del commissario, è una decisione che prenderemo nel Consiglio dei Ministri con il presidente Polo Gentiloni ed il ministro Padoan. E’ una decisione a tre. Quello che a me sta a cuore è che ci sia una gestione manageriale, commissariale e della Presidenza in armonia, dove si lavori per raggiungere gli obiettivi». Tradotto dal politichese: Massimo Scura, l’ingegnere prestato alla sanità, lo “yes man” dei vertici nazionali, colui il quale ha riso in faccia a quanti hanno parlato di fine del commissariamento e di riaperture farlocche di ospedali inesistenti, non si tocca. E noi avevamo scritto anche questo.
Ma come al solito eravamo stati attaccati da un mandria di morti di fama e di voti che da mesi, se non da anni, continua a speculare sul bisogno e sulle necessità delle persone cercando di accaparrarsi consenso inventandosi le favolette come all’asilo, facendo leva sull’ignoranza in materia delle persone e sulla diffusa credulità popolare. L’abuso di quest’ultima, tra l’altro, è un reato punibile, come recita l’art. 661 del codice penale, poi depenalizzato dal d.lgs. 15 gennaio 2016, n. 8, il quale stabilisce che per considerarsi reato «l’impostura deve essere rivolta verso un numero indeterminato di persone e deve avvenire pubblicamente, di conseguenza integrano la fattispecie in esame anche le condotte attuate a mezzo stampa o attraverso altro strumento di diffusione di massa». Mi pare che i presupposti ci siano tutti, anche se la magistratura a volte pare rimanga a guardare inerme questo scempio facendo finta di non sapere.
Ora qualcuno i dirà che siamo dei gufi, che la colpa dei giornalisti ostili se la sanità in Calabria non funziona, intanto finisce sempre per verificarsi ciò che scriviamo (forse perché abbiamo le carte!), la gente continua a morire ed ammalarsi senza sosta, mentre questa triste pagina calabrese si presta ogni giorno di più a teatrini pietosi e teatranti ancora più pietosi, infimi paladini e subdole campagne elettorali intrise di milioni di euro di interessi e poteri deviati.
Noi comprendiamo bene che la vita a volte è noiosa e gli spettacoli da circo (mediatico) servono per lasciar passare il tempo prima e meglio, ma per carità, non parlate di eroi nella sanità calabrese né di paladini, che ad oggi abbiamo visto solo attori, tra l’altro pessimi, recitare peggio dei cani e farneticare frasi sensazionalistiche e ingannevoli magari facendosi gonfiare le vene al collo a favore di telecamera o di dirette facebook.
A proposito, a quando la prossima inaugurazione farsa di un ospedale inesistente?
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