Ieri l’incontro presso il Ministero della Sanità
Nulla poteva accadere a Roma e il motivo è semplice: in vista delle elezioni, chi mai avrebbe lasciato la sanità calabrese in mano a Oliverio?
Amici, tutto è già stato scritto, bisognerà penare fino alle prossime elezioni e, se Dio vorrà che in Italia si formi un Governo stabile, bisognerà attendere che a Roma si mettano d’accordo… e poi, vedremo; tanto ultimi per ultimi saremo anche l’ultimo pensiero.
Per la rassegnazione non ci si può appellare al Consiglio di Stato, e questo i calabresi lo sanno bene, ma comunque vada, non sarà un successo per il popolo di questa regione… sarà come sempre la politica ad esultare.
Guardatevi intorno, di sanità evitano di parlarne i sindaci del comprensorio, i politici che stanno passando di qui; a Praia a Mare, dopo il tre novembre, giorno di solenne inaugurazione, è calato il silenzio.
Lo sapevamo, dice qualcuno, usando il plurale maiestatis; ma sussurra queste due parole timidamente, come se ancora sperasse, come se questa rassegnazione non dovesse esser svelata agli ignari cittadini che, quel tre novembre, in un androne ospedaliero addobbato ad hoc, hanno allungato la loro manina, innocente, arrossata dagli applausi, per agguantare un dolcetto.
Che momento solenne: riempirsi la trippa, festeggiare il nulla e godersi Oliverio che grida mi incatenerò, con un timbro di voce che ricorda il vincerò di Pavarotti. Evviva l’Italia, la Calabria, il presidente Oliverio e il suo esercito di liberazione.
Vanità, ne abbiamo tanta e ora, con questa, ci si cosparge il capo.
Ma, almeno, abbiate pietà per coloro che non trovano né a Praia a Mare né in ogni altro ospedale della Calabria un letto sul quale sdraiarsi per essere curati. In questo mondo di proclami bisognerebbe amare la verità… ma la verità si è persa da anni lungo il tragitto tra Roma e Catanzaro… una lunga strada verso l’inferno.
di Forbidden