Il primo di cittadino di Verbicaro interviene sull’accaduto svelato in anteprima dalla nostra redazione
«La vicenda nasce da un problema di educazione di rispetto, non dalle condizioni dei bus, che vengono controllati regolarmente». È quanto dichiara il sindaco di Verbicaro Francesco Silvestri, interrogato dal giornalista Matteo Cava sulla vicenda dell’incidente dello scuolabus (clicca qui per leggere l’articolo) che nel pomeriggio di ieri la nostra redazione aveva svelato in anteprima, dopo che in un rimo momento in paese si era cercato di non divulgare la notizia.
Non sarebbe quindi colpa del mancato controllo sui minori, visto che lo scuolabus accompagna ragazzini di età inferiore ai 14 anni, ma sarebbe una questione culturale, che denuncia cattive maniere dei ragazzini, poco inclini alle regole, perché a quanto pare l’azionamento del pulsante d’emergenza potrebbe essere stato un atto di bullismo perpetrato da parte di uno degli occupanti.
Una notizia nella notizia, dal momento che dopo la pubblicazione, come accade sistematicamente ad ogni articolo, alcuni verbicaresi, alcuni dei quali vicini ai componenti dell’amministrazione comunale, avevano provato a smontare il caso, accusandoci di aver gonfiato le informazioni, mentre qualcun altro ha chiaramente detto che si trattava di una falsità bella e buona. Benché noi avessimo specificato di aver redatto il pezzo solo dopo aver preso visione dei certificati medici, che per questioni deontologiche non possono essere portati in piazza. Ma è evidentemente un concetto che per chi ha la mente offuscata da pregiudizi e interessi è difficile da comprendere.
Ma le implicite rivelazioni del sindaco non finiscono qui. Nel nostro articolo avevamo parlato della capienza dello scuolabus di circa 20 posti (in realtà sono 21) ma al momento della brusca frenata che ha provocato il ferimento degli alunni, il numero era decisamente maggiore, costringendo così alcuni studenti a rimanere in piedi. Ma sulle colonne del Quotidiano del Sud, silvestri dichiara: «Sullo scuolabus, delle volte, salgono più studenti perché non vogliono aspettare il secondo turno». Non sono dunque le istituzioni a dove vigilare, ma sono i passeggeri minorenni a doversi regolare con i turni.
E qui scatta la terza conferma al nostro articolo, sempre testimoniata dalle righe del Quotidiano del Sud: «Nei viaggio per la scuola materna ci sono gli adulti che controllano. In quelli della scuola media – cioè quello in cui si è verificato l’incidente, ndr – non siamo tenuti per legge a tenere all’interno degli adulti». Confermando dunque l’indiscrezione da noi pubblicata secondo cui i ragazzi su quello scuolabus erano completamente incontrollati in mancanza di un adulto, fatta eccezione per l’autista, chiaramente intento a guidare il mezzo.
Fortunatamente, subito dopo il sinistro il Comune di Verbicaro ha comunque provveduto, già nel viaggio di ritorno della stessa giornata, a impiegare un accompagnatore affinché vigilasse sui ragazzini. E noi avevamo scritto anche questo.
Ma per il sindaco la soluzione definitiva è un’altra: «Bisognerebbe anche responsabilizzare i giovani studenti. Purtroppo così non è. È una questione i mancanza di rispetto reciproco». E quando si parla di combattere contro arroganza e bullismo, non possiamo che essere d’accordo con il sindaco. Però aggiungiamo che pure un pizzico di responsabilità in più da parte delle istituzioni non guasterebbe.