Il deputato del Movimento 5 stelle fa riferimento alla vicenda dell’assunzione del ragioniere del Comune di San Giovanni in Fiore in cui il sindaco risultava indagato insieme a tre membri della commissione esaminatrice
La scelta di un istruttore direttivo contabile aveva messo nei guai il sindaco Giuseppe Belcastro (nella foto) e tre componenti della commissione Rita Maria Greco, Angela Bitonti e Filomena Bafaro. L’assunzione “incriminata” è quella del funzionario Emilio Dante Martino, per la quale gli indagati avrebbero «attestato falsamente nel verbale numero 2 del 15 febbraio 2017 che la commissione esaminatrice in composizione collegiale aveva partecipato al colloquio» e che lo stesso sarebbe stato sottoposto a molteplici domande su diverse materie alla presenza del sindaco. Tesi che il pm Giuseppe Cozzolino ha evidentemente ritenuto falsa, ponendo l’esponente del Partito Democratico sotto indagine.
Ma Belcastro non solo rinnega ogni accusa, riferisce anche che giorni addietro il giudice per le indagini preliminari avrebbe disposto l’archiviazione del procedimento. Peccato che i 5 stelle non abbiano trovato alcun riscontro della notizia.
«Il sindaco di San Giovanni in Fiore esibisca pubblicamente il provvedimento di archiviazione del procedimento penale a suo carico relativo alla recente assunzione del ragioniere del Comune. Da nostri approfondimenti, infatti, non ha trovato alcun riscontro la notizia dell’avvenuta archiviazione, data alla stampa dallo stesso sindaco, il quale l’aveva peraltro ricondotta al pubblico ministero e non al gip, come invece previsto dalle norme».
Il deputato Paolo Parentela poi aggiunge: «Chiarire se ci sia stata o meno l’archiviazione è, a questo punto, un dovere prioritario del primo cittadino di San Giovanni in Fiore, perché chi ha un mandato popolare deve dire l’esatta verità, senza fornire notizie parziali o, peggio, prive di fondamento».
Ed ancora: «Non possiamo che complimentarci, se Belcastro – continua il deputato 5stelle – dimostra subito che c’è stata l’archiviazione e che il relativo provvedimento del gip, ripeto, non del pm, come invece sostenuto in fretta dal sindaco, reca data antecedente o contestuale all’annuncio che il politico ha già dato alla stampa».
«Diversamente – conclude Parentela – Belcastro dovrebbe essere indotto a dimettersi, intanto dai suoi del Pd, per aver mentito alla comunità, che avrebbe il diritto di conoscere le ragioni di un simile, inqualificabile gesto. Ci auguriamo che tutto sia invece avvenuto per come Belcastro ha ricostruito alla stampa, perché fa sempre piacere che un amministratore pubblico risulti estraneo a vicende di falso».