[INTERCETTAZIONI] «Ti proteggo io alla Procura di Paola, il procuratore è amico mio»

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[INTERCETTAZIONI] «Ti proteggo io alla Procura di Paola, il procuratore è amico mio»

L’intercettazione è stata captata tra un docente e carabiniere, entrambi poi coinvolti in diversi recenti processi
 
Premessa doverosa: l’intercettazione non si riferisce all’organigramma dell’attuale Procura di Paola, capeggiata dall’integerrimo dottor Pierpaolo Bruni, ma si riferisce invece a un collega plurindagato, sebbene poi sempre assolto nei processi, che per anni pare abbia fatto da santo protettore alla peggio politica, e non solo, della costa tirrenica.
Uno degli ultimi processi affrontati lo vedeva indagato il Pm per il delitto p. e.p. dell’art. 81 cpv 368 perché «con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in sede di interrogatorio post 416bis cpp reso innanzi al Pm di *** nell’ambito del procedimento *** incolpava falsamente ***, pur sapendolo innocente, di un reato in quanto riferiva di ricordare che circa un anno e mezzo fa lo avrebbe avvicinato riferendogli che era stato contattato da *** che gli aveva chiesto se era disponibile a fare falsa testimonianza nei suoi confronti». Gli omissis sono atto dovuto per preservarlo dalla gogna mediatica a seguito di ripetute assoluzioni, benché, risultava inoltra dal quadro accusatorio, «dalle intercettazioni telefoniche effettuate è emerso che il M.llo dei CC ***, in servizio presso [omissis], avrebbe reso testimonianza dinnanzi alla S.V. previ contatti telefonici con un nostro collega (il dr. ***), in servizio presso la Procura della Repubblica di ***. […] Si ha ragione di ritenere che la testimonianza sia stata di tenore non veridico».
L’intercettazione, dicevamo, è stata captata diversi anni fa, tra un docente e un carabiniere, ma entrambi successivamente diventeranno protagonisti indiscussi, loro malgrado, della cronaca giudiziaria degli ultimi tempi dell’alto Tirreno cosentino. Il primo verrà successivamente condannato in primo e in secondo grado in un processo riguardante un giro di usura da svariate decine di milioni di euro, il secondo verrà allontanato dalla caserma e posto sotto indagine per aver favorito una banda di truffatori in giaccia e cravatta (almeno è questo che dice l’accusa) depistando le indagini.
Il docente parla al telefono con il carabiniere, che all’epoca occupava un posto di rilievo nelle istituzioni, e il primo dice una serie di frasi nel corso del colloquio telefonico a cui riceve risposta, che alla luce dell’intera la documentazione dimostrano come i due si vantassero dei rapporti di amicizia con il procuratore e la relativa, presunta, copertura:

  • «Ti proteggo io alla Procura, con il procuratore *** è amico mio».
  • «Pure io ci sono? La tiene il procuratore ***! Con me ce la tengono, eh?…no!»
  • «Ha detto (il procuratore, ndr) statevi attenti, non fatevi vedere»
  • A un matrimonio il procuratore ha detto: «ah *** mio, che bello mio, che sembra che sono… scrivono tutto! Fin quando dice capitano in mano a me… va bene, ma se li frega qualcun altro, se vanno in mano a qualche altro…»
  • «Con me ce la tiene (fa il nome di un altro procuratore, ndr), non ho capito che vuole *** da me!»
  • (l’altro procuratore, ndr) la tiene con (fa il nome di un noto medico della zona, ndr), te l’ha detto (fa il nome del presunto procuratore corrotto, ndr)?
  • «Ma il procuratore *** com’è? È tranquillo, secondo me si vuole buttare in politica lui, si butta in politica».

Ma il procuratore in questione a tutt’oggi, e numerosi processi a suo carico, è una persona dalla fedina penale immacolata.

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