(Nella foto, Graziano Di Natale)
«La politica dell’unità, sbandierata da una parte del PD cosentino, deve essere consequenziale. Come si può parlare di unità se la stessa viene raggiunta solo da una parte? L’unità deve raggiungersi sui presupposti dello stare insieme, sul confronto e sul metodo per prendere le decisioni. Noi la chiamiamo collegialità. Probabilmente qualcuno ha dimenticato che il PD, in provincia di Cosenza, sta perdendo terreno a favore di altre forze politiche». A pronunciare queste parole il consigliere provinciale Graziano Di Natale, che per primo nei mesi scorsi ha denunciato le crepe di un partito che, almeno nell’area di Cosenza, sembra aver smarrito la propria identità e, fondamentalmente, la coesione.
Quel che è peggio è alcuni dirigenti si starebbero rinchiudendo nelle loro sedi, scambiando le scrivanie per veri e propri posti di comando. Pare di capire che si studi a tavolino ogni mossa finalizzata al mantenimento e alla conquista del potere, mettendo da parte l’obiettivo primario di un partito politico, e cioè quello di ascoltare e capire i bisogni dei cittadini per trasformali in proposte e meglio ancora in azioni concrete. «Probabilmente ci si dimentica che trincerarsi in stanze di partito e non coinvolgere sindaci, assessori, consiglieri comunali, associazioni, movimenti politici e gente comune in generale è sintomo di autoreferenzialità» lamenta ancora Di Natale.
Ma non è tutto. Secondo il genero di Mario Pirillo «i territori non stanno ricevendo l’ascolto che meritano» perché «esiste un PD che non si tessera e non si schiera in prima persona per paura di essere divorato da logiche di apparato che distruggerebbero qualsiasi tipo di iniziativa spontanea “non autorizzata”». L’ennesima stoccata.
Insomma, da una parte piddini che eviterebbero la vicinanza di altri piddini per poter confabulare in assoluta libertà, dall’altra potenziali iscritti che non osano addentrarsi nel movimento perché consapevoli del fatto che senza “allinearsi” non verrebbero mai neppure presi in considerazione.
Un modo di fare che starebbe portando all’implosione del partito nato dieci anni e che proprio in provincia di Cosenza ha trovato per anni terreno fertile. Fino a che una serie di episodi controversi ha rimesso in discussione ogni cosa. Proprio di Natale qualche mese fa ha indetto una conferenza stampa per annunciare la nascita di un nuovo movimento interno al Partito Democratico, che sposa gli stessi ideali ma al tempo stesso prende le distanze da certi atteggiamenti dei dirigenti locali implorando, appunto “Aria Nuova”.
«Non vogliamo stare insieme a tutti i costi – precisa Di Natale -. La nostra è una riflessione sul metodo che dovrebbe portare all’unità del partito. Non può passare il messaggio di un partito unito perché ci si è messi d’accordo tra capi corrente. La nostra non è una lotta alla poltrona bensì una discussione che miri a cambiare copione e attori, che dia la possibilità di una ampia partecipazione popolare alle decisioni del partito più importante d’Italia. Non prendiamo decisioni in una stanza ma cerchiamo di dare voce alla gente e di incentivare la partecipazione. Questo è il PD che vogliamo, questo è il PD di Matteo Renzi».
Di qui la drastica decisione: «Da lunedì chiediamo la convocazione della Commissione di garanzia per il calendario dei congressi di circolo e la nomina dei garanti che dovrà assicurare la pari dignità. Noi ci siamo».