(Un fermo immagine tratto dall anostra video inchiesta)
Non vi sorprenderete se vi diciamo che dei rifiuti che albergano nei fondali marini delle nostre acque tutti sanno, ma innanzi all’inciviltà dell’uomo a volte si può fare ben poco. Dopo la pubblicazione della nostra inchiesta sui rifiuti in mare nel tratto dell’alto Tirreno cosentino (clicca qui per leggere la notizia e guardare il video), Roberto Laprovitera, referente dell’associazione ambientalista Italia Nostra, ci ha fornito la documentazione riguardante l’esposto in cui già due anni orsono ha denunciato la presenza di rifiuti abbondanti e di diverso tipo all’interno del Sito di Interesse Comunitario nel tratto “fondali Isola Dino – Capo scalea”. E’ notorio che qualche mese più tardi i fondali dell’isola Dino e l’area circostante avrebbero guadagnato la bandiera blu. L’intero sito invece (SIC IT9310035) è vasto circa 61.000 mq e ha un perimetro di 1,5 km.
A maggio del 2012 fu l’Ente Parco Marino Regionale “Riviera dei Cedri” in collaborazione con i diving locali e associazioni a ripulire i fondali marini dell’isola Dino, poi tre anni più tardi fu la volta delle istituzioni locali, che misero a disposizione un cospicuo finanziamento per permettere ai sub di riportare a galla tutta la platica e l’immondizia giacenti sul fondo del mare.
Evidentemente non basta. Non basta ripulire solo i fondali dell’isola Dino e non basta occuparsene di tanto in tanto: l’uomo non ha ancora capito che la cura dell’ambiente è fondamentale per la salute e che tutto ciò che si getta in mare prima o poi ce lo ritroviamo in tavola. E ci ammaliamo.
Italia Nostra, comunque, ha precisato che parteciperà al bando della Regione che offre la possibilità di accedere al finanziamento per ripulire i fondali marini, in questo caso quelli dell’imponente isola.
Ma per tutto il resto chi ci pensa?
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