(Fonte foto: dal web)
“Si comunica che in data 14 agosto 2017, a causa di carenza di personale medico per malattia, non è possibile allo stato garantire le urgenze emergenze ostetriche e ginecologiche nel p.o di Cetraro. Pertanto, si dispone per la giornata odierna 14 agosto 2017 c.m dalle ore 14 e fino alle 8 del 16 agosto 2017 che tute le urgenze vengano dirottate al centro più vicino (a.O Annuniata Cosenza o Spoke Cstrovillari)”.
Tanto era bastato per scatenare il putiferio. Giustamente. Ma come ogni caos che si rispetti si era fatta parecchia confusione. E nel calderone dell’odio della rete c’erano finiti tutti, come sempre. Tutti colpevoli, tutti alla gogna.
Noi, invece, oggi cerchiamo di raccontarvi come sono andate le cose, cercando di mantenerci il più possibile vicino alla verità. Almeno quella ufficiale.
Intanto cominciamo col dirvi che non c’è stata alcuna chiusura dei reparti, come erroneamente riportato, ma solo il differimento delle emergenze/urgenze ostetrico-ginecologica in strutture dove potesse essere garantito un buon livello di assistenza, in quanto per i gironi sopra indicati avrebbero presentato certificato di malattia 7 medici su 9. Il che non cambia molto la sostanza della vicenda perché comunque non si poteva partorire, ma cambierebbe a livello legale perché se le cose sono veramente andate così, non si ravvisa alcun reato di interruzione di pubblico servizio. E oltre tutto, per onestà intellettuale, bisogna anche sottolineare che i medici che si sono ammalati a cavallo dei giorni di Ferragosto sono gli stessi che durante tutto l’anno coprono turni assurdi ed estenuanti per venire incontro alle esigenze di un territorio in cui la sanità, per colpa della malapolitica, diventa ogni giorno un concetto sempre più astratto. Per lo stesso motivo è stato chiesto più volte di incrementare il personale, tutto, con tanto di richieste scritte. Ma niente da fare.
Semmai, in questa precisa vicenda, il responsabile del reparto di ostetricia aveva l’obbligo della reperibilità generica per cui doveva farsi trovare anche se in ferie. Ma anche qui si può beneficiare del dubbio. Nel caso in cui il medico abbia comunicato di trascorrere le ferie fuori dal territorio nazionale, non avrebbe nessun obbligo. In caso contrario, avrebbe dovuto immediatamente rientrare dalle ferie e richiamare anche gli altri medici dalle ferie per fronteggiare l’emergenza.
Ma veniamo alla direzione sanitaria. In quei giorni il dottor Vincenzo Cesareo, direttore sanitario della struttura, era stato sostituito dal dottor Raimondo, in quanto quest’ultimo si era reso medico reperibile della direzione. Ma questi non è riuscito a contattare né il responsabile del reparto né la direzione generale né il direttore sanitario aziendale.
A questo punto Raffaele Mauro, direttore generale dell’Asp di Cosenza, dopo lo scandalo si rivolge alla magistratura per mettere a tacere l’opinione pubblica ma in realtà è a conoscenza del problema da tempo e lo dimostra che per ben due volte, nelle settimane precedenti, ha inviato nella struttura il direttore del Risk Management aziendale.
Circa quattro mesi si era verificata la stessa situazione: si erano assentati sei ginecologi contemporaneamente. E oggi come allora il direttore generale non era riuscito a risolvere il problema. Adesso delega la magistratura per lavarsene le mani, ben cosciente che probabilmente non ci saranno risvolti penali. Tanto domani si continuerà a nascondere la polvere sotto il tappeto della sanità, rimandand la risoluzione dei problemi e le proprie responsabilità mentre i cittadini continuano a porsi domande di cui forse non avranno mai risposta.
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