(Fonte foto: dal web)
“Potrebbe far pensare a un famoso film western, invece è l’amara storia di mala sanità subita da mio figlio. Dopo un lungo percorso di 6 anni per il controllo medico di un importante cifoscoliosi, il tutto eseguito al Gaslini di Genova, bisogna intervenire chirurgicamente.
Così il 6 luglio scorso viene effettuato con successo l’intervento. Dopo qualche giorno mio figlio si alza in piedi e inizia a camminare. Il chirurgo valutate tutte le componenti, ferita compresa, dopo una settimana ci invia a casa. A distanza di 15 giorni, come da accordi inviamo le foto della ferita al chirurgo il quale ci scrive testualmente “due punti di sutura per precauzione li metterei sulla parte inferiore della ferita.”
Così ci rechiamo in pediatria dove nostro figlio viene seguito da 12 anni e i pediatri chiedono una consulenza chirurgica. Siamo talmente fortunati che ad eseguire la consulenza e’ il primario di chirurgia pediatrica. Prima di intervenire la metto in contatto con il chirurgo che ha eseguito l’intervento il quale tenta di dire che bisognerebbe fare un po’ di anestesia locale stringere muscolo e pelle e mettere i due punti. Viceversa, mentre il chirurgo del Gaslini parla con l’aiutante del primario lo stesso prende una forbice e infila l’arnese nel buco del drenaggio che con la ferita non ha nulla a che fare (considerato che si chiude da solo e si stava chiudendo) e inizia a fare andare avanti e indietro la forbice nel buco del drenaggio per 10 volte circa, poi parla con il chirurgo e gli dice che la ferita è infetta (già! Ha fatto un tampone con risultato iper veloce), l’intervento l’hai eseguito tu la ferita la devi vedere tu.
Usciamo da quella specie di reparto richiamiamo il chirurgo e ci dice di prendere il primo volo e partire per il Gaslini. Nel frattempo la ferita si scuce e arriviamo al Gaslini con nostro figlio sanguinante perché la ferita si è quasi completamente aperta. Prendono i tamponi prima di portarlo in sala operatoria dove fanno altri tamponi. Alla fine della storia i tamponi sono tutti negativi non c’è mai stata infezione né a casa né tantomeno al Gaslini dove per due punti di sutura Francesco subisce altri due interventi chirurgici e dopo 18 giorni di degenza ancora non sappiamo quando potremo tornare a casa in quanto c’è un solo punto leggermente sanguinante e il chirurgo ci ha ammonito: «Non vi posso mandare a casa se la ferita non è guarita perfettamente in quanto giù non si prendono responsabilità».
Appena ritorneremo giù con nostro figlio guarito adirò le vie legali nel vano tentativo di evitare che quanto accaduto a noi possa accadere ad altri. Chi ha sbagliato, chi ha procurato a nostro figlio questo danno psichico morale deve pagare. Ulteriori commenti sono superflui”.
Lettera firmata