(Fonte foto: dal web)
Riceviamo e pubblichiamo
Fredda, lucida, ma gentilissima con l’utenza. Questo è quanto ricordano numerosi cittadini catanzaresi i quali avrebbero versato le somme necessarie per la registrazioni di contratti presso l’Agenzia delle Entrate del Capoluogo nel periodo 2014-2015. Somme che, secondo quando ipotizza il Codacons – dopo le tantissime segnalazioni ricevute – si sono oramai volatilizzate.
In buona sostanza all’utenza che si recava quotidianamente presso gli Uffici di Catanzaro, veniva rilasciata documentazione comprovante l’avvenuta registrazione e, tuttavia, le somme venivano trattenute da una dipendente senza che rimanesse traccia nel fascicolo.
Vediamo le modalità del raggiro. La dipendente rilasciava all’ignaro cittadino la copia dell’atto, regolarmente timbrato e firmato e non appena ricevute le somme richieste, la donna costruiva abilmente delle false ricevute – secondo quanto ci viene riferito – o, addirittura, evitava di rilasciare alcunché. Ciò non insospettiva l’utenza, la quale confidava sia sulla regolarità di quanto avveniva nell’Ufficio e sia perché aveva in mano un atto completo e vidimato in ogni sua parte.
«Sta per scoppiare un bubbone – sostiene Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons – secondo quanto ci viene riferito, l’Agenzia delle Entrate sta inviando richieste di pagamento, accompagnate da robuste sanzioni, per somme che i Cittadini hanno già pagato. Riteniamo che l’Agenzia delle Entrate non possa chiudere gli occhi ed ignorare la vicenda, che assume tempore più i contorni della truffa, e debba trattare i cittadini da vittime e non da colpevoli. Si tratta di somme enormi che sono state sottratte a della povera gente la cui unica colpa è stata quella di fidarsi della Pubblica Amministrazione. Il Codacons ha chiesto all’Agenzia delle Entrate un immediato incontro per esaminare la veridicità delle segnalazioni e concordare tutte le forme di tutela per chi ha subito una vera e propria truffa. Ovviamente laddove venisse accertato che si sia trattato di una truffa, la stessa non potrebbe che essere stata agevolata dall’assenza di controlli».
«E’ inaccettabile che tutto ciò – conclude Di Lieto – ricada sui Cittadini. Nel frattempo la dipendente risulta essere sparita… esattamente come il danaro dei truffati».