(Nella foto, Ignazio Cutrò. Fonte foto: dal web)
Del siciliano, Ignazio Cutrò, testimone di giustizia, ce n’eravamo occupati già diversi anni addietro (clicca qui per leggere la sua storia) perché la sua storia parla a chiare lettere di una serrata lotta prima contro la mafia, poi contro l’abbandono dello Stato e infine contro l’isolamento e l’emarginazione sociale. Perché alla gente magari la mafia non piace davvero, ma poi chissà perché esaspera chi la denuncia. Così come lo Stato, che invita a denunciare i mafiosi ma poi i mafiosi continuano ad arricchirsi e i testimoni di giustizia sono costretti a chiudere le loro aziende.
Di schiaffi in pieno volto, da quando è cominciato il suo calvario, ne ha ricevuti davvero tanti, e questo episodio, reso pubblico ieri, è solo l’ultimo di una lunga serie. Di seguito lo struggente messaggio apparso sul suo profilo facebook:
“È tutta colpa mia: vi scrivo con grande umana sofferenza per l’ennesimo boccone amaro che la mia famiglia è costretta a inghiottire dopo avere appreso la notizia che una proposta, seppur informale, di lavoro seppur temporaneo è stato rifiutato a mia figlia Veronica per colpa di avere un padre che ha denunciato la mafia della bassa quisquina, per essere scortata dell’Arma dei Carabinieri?
No, per qualcosa di molto più grave! Ve lo dico con le parole del comico siciliano Pino Caruso che dall’alto dei suoi ottanta anni scrive che “se tu sei una persona onesta allora NESSUNO, in virtù della tua onestà, si fiderà più di te. Ecco accade che in Sicilia si capovolga la realtà, il senso logico del vivere civile per cui, siccome hai denunciato e testimoniato nei processi contro i mafiosi del tuo paese non sei degno della stima e del rispetto di molti tuoi concittadini. Accade pure, è questa è la parte più vergognosa, che nemmeno i tuoi figli si salvano dal disprezzo e dell’isolamento.
Fa molto male tutto questo: mi fa male come padre, fa tanto male come cittadino italiano e come bivonese. Non per nulla da tempo ho chiesto sostegno e aiuto a chi sostegno e aiuto può dare alla famiglia Cutrò. Pacche sulle spalle ne ho ricevute tante ma quasi sempre accade che le pacche fanno alla pari con gli schiaffi presi. Aiuto, né tanto meno sostegno, sono arrivati alla mia famiglia.
Non così posso dire degli schiaffi che continuano ininterrottamente ad arrivare e colpire le radici più importanti per un genitore: i propri figli. Da genitore sono consapevole che nessun figlio deve “pagare le colpe dei padri”, non pronuncerei mai ne tanto meno augurerei mai ai figli dei miei nemici di vivere il disprezzo e l’isolamento solo perché figlio o figlia di un mafioso pezzo di merda.
Così, prendendo in prestito la logica di un gioco ” Il Vinciperdi”, vivo la mia vita ben sapendo che nonostante molti mi considerino un perdente io dico che nella vita di un uomo onesto anche se hai totalizzato il punteggio più basso sarai per questo motivo un vincente”.