(Nella foto, Francesco Silvestri. Fonte foto: dal web)
DI REDAZIONE
Il mestiere del giornalista non è mai facile, nemmeno quando si parla di sagre, ve lo assicuriamo, immaginatevi quando si parla di stanare fatti e vicende, di condurre inchieste o riportare fatti scomodi. Alla nostra direttrice Francesca Lagatta, nel tempo, sono arrivate decine di insulti, qualche intimidazione, molte querele e tante, tante minacce. Tra queste, esplicite e volgari, anche da Platì, il paesino dell’entroterra reggino che la magistratura indica come culla di ‘ndrangheta (clicca qui per leggere la notizia).
Chiaramente, per gli insulti e le querele si sono avvicendati anche i preti, i vescovi, le banche, la massoneria, i politici e tutta la compagni cantante, gli sgherri dei mafiosi e i medici di alto borgo che pure camminano al fianco di boss sanguinari. E poi loro: i sindaci. Sì, i primi cittadini della Riviera dei cedri, dova la cronista vive e lavora.
Da loro è arrivato di tutto, dalle chiamate nelle redazioni per boicottare gli ingaggi fino alle cacciate dai consigli comunali. Dove la cronista è rientrata accompagnata dai carabinieri. Sono loro che perdono la pazienza più facilmente, che a volte non riescono a smentire le accuse con i fatti e accumulano rabbia mentre noi scriviamo. Talmente tanta rabbia da sfociare negli insulti e nelle offese, e persino nella calunnia, quando ci si accusa di aver scritto anche di vicende personali. Giammai, non ce lo sogneremmo neppure. Eppure da mesi siamo il bersaglio preferito dal sindaco di Verbicaro, Francesco Silvestri. Ma se un sindaco viene rinviato a giudizio per fatti inerenti al suo ruolo pubblico, non è più vicenda personale (clicca qui per leggere la notizia).
E non è un fatto privato nemmeno la salatissima multa di un mezzo comunale (clicca qui per leggere la notizia), se i controlli rilevano un abuso edilizio (clicca qui per leggere la notizia) o se il centro storico è in evidente stato di degrado e abbandono (clicca qui per leggere la notizia). Non lo è neppure se riportiamo che un primo cittadino resta muto innanzi alle presunte commistione con la malavita da parte della banca della città che rappresenta (clicca qui per leggere la notizia), o innanzi a un’intimidazione di un suo cittadino con tanto di tanica di benzina (clicca qui per leggere la notizia) ex assessore ed ex consigliere comunale, cacciato dalla minoranza per insoluti che De Luca aveva tutta la voglia di pagare e per contenziosi su cui ancora deve pronunciarsi la Procura. Sappiamo però che Giuseppe De Luca è stato autore di un’estenuante opposizione con la quale prima di noi ha cominciato a denunciare e a portare alla luce carte e documenti (clicca qui per leggere la notizia). Solo per questo (sfidiamo il sindaco a mostrare altra prova) Silvestri ci accusa di essere di parte, di fare parte di un “gruppo di perdenti” ma non si sa di cosa. Non fa nomi né cognomi, nonostante le nostre sollecitazioni. Gli stessi ci detterebbero gli articoli.
Allora i nomi li facciamo noi. Ad occhio e croce, andiamo ad intuito facendo due calcoli, coloro che ci detterebbero gli articoli, secondo il sindaco (per beghe personali legate alle vicende, guarda caso, della Bcc, che ha trascinato in tribunale tre volte Francesca Lagatta; clicca qui, qui e qui per leggere com’è andata a finire) e da cui prenderemmo ordini sarebbero Arturo Riccetti, ex presidente della Provincia, e Ugo Vetere. Di conseguenza, secondo il ragionamento del sindaco, non dovremmo scrivere male né sul loro conto, né sul conto di amici e parenti stretti. Bene, vi facciamo vedere quanto regge il ragionamento del sindaco di Verbicaro, facendovi giusto un paio di esempi.
A marzo scorso, quando già era passato quasi anno dalla rivelazione dell’indagine perpetrata nei confronti della Bcc, scriviamo di una nomina alla dottoressa Angela Riccetti, cugina di Arturo, che secondo il nostro parere, e dalle carte in nostro possesso, potrebbe addirittura essere illegittima (clicca qui per leggere la notizia).
Del sindaco di Santa Maria Ugo Vetere, invece, non abbiamo avuto nessuna remora a inserirlo in un articolo di una riunione sull’ospedale di Praia, dove senza distinzioni titoliamo “E continuavano a straparlare dell’ospedale di Praia a Mare” (clicca qui per leggere l’articolo). E anche questo articolo di un nostro redattore, pubblicato oggi, non ci sembra proprio una lode (clicca qui per leggere l’articolo).
Se poi Francesco Silvestri ha notizia di condanne per diffamazione, reati o indagini sui due ce le faccia avere che le pubblichiamo. Oppure provi che ce le ha già fatte recapitare e non le abbiamo pubblicate.
Assodato dunque che la nostra redazione la fanno semmai i lettori e non i padroni che non abbiamo, vi mostriamo in sequenza i post visibili sulla pagina del sindaco, uno scritto ieri e uno stamattina.
E diteci se è un comportamento degno di un rappresentante delle istituzioni.
Qui abbiamo provato a smentire la prima nota punto per punto.
Ad ogni modo il sindaco sappia due cose: che il nostro non è e non sarà mai un attacco alla persona ma un’ostentata ricerca della verità in qualità di guardiani della democrazia, e che non saranno due insulti ad arrestare il nostro percorso, supportato da migliaia di cittadini.
Per il resto, tutto il resto, ci si vede in tribunale.
La redazione La Lince