Il consigliere provinciale: «Aggiornare le mappature di rischio e rendere dinamici gli strumenti urbanistici»
“Il rischio di dissesto idrogeologico in Calabria è troppo alto, serve un cambio di passo serio e concreto nella direzione della prevenzione se non vogliamo piangere altri morti o vedere case che franano”. Il consigliere provinciale Andrea Cuzzocrea interviene su un tema dibattuto avanzando una proposta: “La Regione Calabria può dotarsi subito di strumenti che ormai sembrano indispensabili: i “Presidi Territoriali Permanenti” per il monitoraggio costante del rischio idrogeologico, costituiti da esperti professionisti tecnici, che supportino i governi locali e gli uffici tecnici comunali nella programmazione delle attività di prevenzione.
Da troppo tempo i Pai (Piani di assetto idrogeologico e di gestione delle alluvioni) non vengono aggiornati, anche a causa della mancanza di fondi. Una colpa politica e civica gravissima, soprattutto in una regione come la Calabria, dove si cumulano rischi idrogeologici e sismici. I presidi avrebbero quindi il compito di monitorare costantemente la situazione reale del territorio regionale per la valutazione dei rischi connessi al dissesto idrogeologico per poter intervenire efficacemente sia in fase preventiva che di emergenza”.
Per Cuzzocrea “occorre prendere atto del superamento di molti Piani urbanistici attualmente in vigore, che andrebbero revisionati alla luce dei cambiamenti climatici e anche del già modificato stato dei corsi d’acqua a causa di fenomeni di dissesto che si sono verificati negli ultimi decenni”.
I Piani urbanistici ed i PAI non possono essere concepiti come statici ma necessitano di revisioni con scadenze sistematiche per avere un quadro sempre realistico del territorio.
Per mitigare davvero il rischio bisogna investire nella prevenzione, non c’è altra via d’uscita. Agire in questa direzione, tra l’altro, è anche più conveniente perché i danni che derivano dalle alluvioni sono decisamente più elevati rispetto all’azione del monitoraggio e della valutazione dei rischi idrogeologici. Gli interventi strutturali, anche se utili e necessari, da soli non possono consentire la soluzione di tutte le criticità presenti nel territorio calabrese”.
Secondo il consigliere provinciale di Cosenza “servono tre direttrici fondamentali: la volontà politica regionale di cambiare prospettiva in relazione agli strumenti urbanistici e di dotarsi di esperti professionisti tecnici da impiegare nei Presidi Territoriali Permanenti per il monitoraggio continuo del territorio, soprattutto per le aree a rischio elevato o molto elevato, anche con strumenti tecnologicamente avanzati; i Comuni devono abbandonare le logiche territoriali nella predisposizione degli assetti urbanistici e collaborare concretamente con la Regione in questo percorso; la cultura dei cittadini deve andare verso la comprensione del rischio e maturare la consapevolezza che è meglio rinunciare a un progetto imprudente piuttosto che dover piangere conseguenze gravi”.
Gli strumenti di mitigazione del rischio idrogeologico attualmente in vigore hanno mostrato diversi limiti. Molti eventi alluvionali, sempre più ravvicinati tra loro, hanno riguardato aree che non si trovavano in condizione di mitigare gli effetti al suolo, sia in termini di prevenzione che di emergenza, in maniera efficace“ e questo ci deve indurre a pensare – prosegue Cuzzocrea – che nessuno di noi è davvero al sicuro fino a quando non avremo adeguato gli strumenti di prevenzione e li avremo resi dinamici. Accanto a questo, serve incrementare la manutenzione del territorio ed effettuare le bonifiche, destinando risorse economiche importanti e mezzi allo scopo, impiegando le risorse umane esistenti e formando nuove risorse”.
“Serve poco parlare di dissesto idrogeologico – conclude Andrea Cuzzocrea – quando l’emergenza si è già manifestata. Dobbiamo invece prevenire le situazioni di pericolo, con consapevolezza, volontà politica ed azioni programmate e concrete”.