“Non si può morire di pioggia”, così il vice premier Di Maio dopo la tragedia degli escursionisti morti alle gole del Raganello. Ma come un incubo che si ripete, in Calabria si continua a piangere lacrime e sangue.
In questa drammatica roulette è il turno di una giovane mamma e dei suoi due bimbi di 7 e 2 anni, mentre in un giorno qualunque, dopo il lavoro, rientrava a casa. Ma aldilà delle parole che De Andre avrebbe definito “celebrative del nulla lungo un facile vento di sazietà e impunità”… rimangono solo le lacrime e il senno di poi.
Adusbef e Codacons pretendono spiegazioni su quanto è accaduto e sulla preoccupante assenza di attività di prevenzione e gestione dei rischi da allagamento. Ci troviamo dinnanzi una situazione di concreto pericolo sia per l’ambiente ma anche per la salute pubblica”. Questo è quanto denunciano Adusbef e Codacons che lamentano la mancata bonifica dei torrenti e dei fossi minori.
Ma non solo, in Calabria si è consentito non solo ai privati di devastare il territorio ma anche le opere pubbliche sono state realizzate in pieno disprezzo non solo delle più elementari norme, ma anche del buon senso. Dopo siamo tutti pronti a piangere lacrime di coccodrillo, magari col favore delle telecamere nei fatti siamo tutti complici. Senza andare troppo lontano a Catanzaro si è lasciato realizzare una lottizzazione nel letto della fiumarella.
Ecco Codacons e Adusbef chiedono che il Prefetto voglia condurre il capo della protezione civile Borelli ad esaminare quell’esempio di mirabile gestione del territorio di rispetto delle regole. Intanto da domani i sindaci continueranno a chiudere gli occhi sui corsi d’acqua, pieni all’inverosimile di rifiuti d’ogni genere, da materiali di risulta ai materassi, dagli pneumatici alle lastre di amianto. Visto che, oramai, non sentiamo parlar d’altro che di “bombe d’acqua improvvise”, sarebbe il caso di passare dalle parole ai fatti ed eseguire seri interventi di bonifica, anche quelli più elementari, come la pulizia di grate e tombini, senza attendere il verificarsi di tragedie.
Codacons e Adusbef chiedono alla Regione ed a tutti gli Enti Locali di porre in essere “capillari interventi di pulizia di torrenti e fossi dalla vegetazione spontanea e da tutti quei rifiuti irresponsabilmente abbandonati, che finiscono per costituire un pericoloso ostacolo per il deflusso delle acque”, ognuno per quanto di propria competenza. Siamo stanchi di darci appuntamento alla prossima tragedia.