Dopo la tragedia avvenuta stanotte a Diamante, ci rimane il suo profilo facebook, della sua vita ormai soltanto il ricordo e la rabbia per non poter fermare questa lunga scia di sangue e violenza che sta rovinando il futuro dei giovani della costa altotirrenica cosentina e non solo. 23 anni, tanti sogni, la passione sfrenata per il Cosenza calcio, figlio di una famiglia bene di Cosenza, il suo papà è noto medico, ma la voglia di vivere e la sua vita quasi perfetta non sono serviti a scongiurare un destino avverso e stanotte Francesco Augieri, per gli amici Ciccio, è caduto sotto i colpi di un odio inspiegabile, diventato morte quando in fendente dell’aggressore o degli aggressori hanno perforato gli organi vitali. Francesco si è spento nel vano tentativo di raggiungere l’ospedale civile l’Annunziata di Cosenza.
Di seguito pubblichiamo il ricordo facebook di Stefano Catanzatiti, apparso sul sito Iacchite’ nell’articolo “Francesco, fratello di curva“.
“Da quando ho mosso i primi passi in curva sud mi è stato sempre insegnato che lo scontro doveva essere a viso aperto, faccia a faccia, a mani nude e che doveva servire per difendersi, per mettere in fuga, ma mai per infierire e far soccombere l’avversario. Abbiamo sempre rifiutato l’uso delle armi, in ogni genere e modo. Abbiamo sempre ritenuto infame chi le usa fuori e dentro gli stadi. Quello appena successo è l’ennesimo atto vigliacco e vergognoso che ci porta via un altro fratello di curva.
Siamo stanchi di tutto ciò, siamo stanchi della violenza cieca figlia di mentalità sbagliate. Bisogna stringerci intorno alla famiglia e far sentire l’affetto e l’abbraccio di tutta la sud. Bisogna condannare e ripudiare questi gesti. Bisogna ritornare nei quartieri e nelle strade ad insegnare il rispetto per l’altro e per la vita, la bellezza del confronto e del dialogo.
In una società virtuale, che ha perso l’abitudine di parlarsi, che ha scelto di far educare i propri figli da smartphone e tv, c’è sempre più bisogno di ultra. Sopratutto quella parte sana e corretta che rifiuta la violenza cieca e l’odio insensato, ma sopratutto che insegni il rispetto per il tuo avversario.
Ciao lupo, sarai una stella nel nostro firmamento”.
Ma che succede nella mente dei giovani di oggi? Cos’è che spinge una persona a uscire di casa con un’arma in tasca? Perché mandiamo i nostri figli e i nostri fratelli a divertirci e poi ce li ritroviamo morti?
Quanti Francesco Augeri serviranno per far capire alla Riviera dei Cedri che c’è qualcosa di sbagliato nella gestione della nostra terra? Quanti altre madri e altri padri dovranno essere svegliati nella notte per sentirsi dire che il proprio figlio, la propria ragione di vita, è stato ucciso da una violenza devastante che nessuno riesce a fermare?
Francesco, perdona gli omertosi di questa terra, chi si gira dall’altra parte, chi mette la testa sotto la sabbia, chi nega l’evidenza, chi nasconde e boicotta la verità per il proprio tornaconto personale. Se qualcuno avesse preso in considerazione i campanelli d’allarme, stanotte la tragedia non si sarebbe mai consumata e tu saresti ancora qui, con la tua famiglia, con i tuoi sogni, ad amare la vita e tifare Cosenza ancora più forte.