Questa mattina la pioggia battente un po’ ovunque sul territorio italiano ha reso difficoltoso il viaggio di milioni di italiani in fuga dalla quotidianità. Sulla A10, nei pressi del ponte di Brooklyn di Genova, il ponte progettato da Riccardo Morandi che somiglia tanto al più famoso viadotto statunitense, decine di persone da dietro le finestre delle proprie abitazioni riprendono con i cellulari il suggestivo temporale estivo. Ma d’un tratto, quando mancano dieci minuti a mezzogiorno, la pioggia si fonde improvvisamente con dense nubi di polvere e detriti. I testimoni oculari ci mettono poco a capire che davanti ai loro occhi si sta consumando una tragedia, lo si intuisce dai commenti e le urla di incredulità contenuti nei video che di lì a poco cominceranno a circolare sul web per annunciare la tragedia che farà registrare decine di morti. Il ponte Morandi, questo il suo nome, è crollato e ha trascinato con sé auto e mezzi pesanti che in quel momento stanno transitando.
Chi è rimasto dietro, nella parte del ponte che non ha ceduto ma comunque pericolante, sente un forte boato ed è costretto ad una brusca frenata. Un camionista, che con il suo tir ha barrato la strada riuscendo a frenare a pochi centimetri dal precipizio, cerca di indietreggiare facendo cenni disperati agli ignari automobilisti che lo precedono. Sono momenti concitati, la gente lascia le proprie auto in sosta e fugge a piedi verso la salvezza nonostante le intemperie.
Tra di loro, una trentina di auto più in là, c’è anche Paolo Pizzuto, 50 anni, ferroviere in servizio a Savona ma originario di Paola, nel Cosentino. È in auto con la sua compagna e dopo un anno di lavoro questa mattina si è messo in viaggio per raggiungere proprio la città di San Francesco, dove puntualmente trascorre il Ferragosto e le ferie.
Paolo vive a Savona da ormai da 30 anni, da quando subito dopo il diploma si è trasferito da Paola nella città ligure per prendere servizio. Lì, nell’angolo di paradiso della costa tirrenica, ancora oggi vivono amici e parenti, tra cui le sorelle e il cognato Gennaro Borgia.
«Ora sta bene – fanno sapere i famigliari -. È già tornato a casa sua insieme alla sua compagna ma deve rimandare la partenza per le vacanze. L’auto è sul ponte e a causa dei rischi al momento non è possibile recuperarla. Ma l’importante, spavento a parte, è che stia bene».
Una buona notizia in un mare di dolore per l’ennesima brutta pagina di cronaca italiana.