Vogliono zittire il Codacons in Calabria. Dopo oltre 30 anni di battaglie a tutela dei cittadini e dei consumatori e migliaia di cause vinte in favore dei più deboli, il Codacons rischia di chiudere e scomparire dal panorama dell’associazionismo italiano”. Lo denuncia l’associazione dei consumatori – che ha subito un pignoramento da 300 mila euro da parte dell’Agenzia delle entrate, con conseguente blocco delle risorse.
Con una lettera il Codacons rivolge l’appello al premier Conte, a Luigi Di Maio e Matteo Salvini e al ministro dell’Economia Giovanni Tria. “Al centro della questione – spiega una nota – il contributo unificato che il Codacons, in qualità di Onlus, non è tenuta a pagare sugli atti legali portati avanti a difesa della collettività, ma che il fisco italiano continua a richiedere in modo ossessivo fino ad arrivare al recente pignoramento, deciso sulla base di interpretazioni della norma totalmente errate”.
I consumatori rivolgono un appello al ministro dell’Economia Tria, “affinché intervenga personalmente sul caso salvando il Codacons dall’estinzione e chiarendo che le associazioni Onlus che portano avanti azioni legali a tutela dei diritti di utenti e consumatori, o in generale iniziative che rientrano nella categoria del sociale, non sono tenute al pagamento del contributo unificato”.
Solo nell’ultimo anno – spiega il presidente nazionale Carlo Rienzi – “il Codacons ha avviato più di 300 ricorsi nei tribunali di tutta Italia tesi ad affermare i diritti dei cittadini, azioni che ora, a causa del pignoramento dei beni dell’associazione, dovranno essere interrotte. Non solo. Se il ministro Tria non spiegherà in modo chiaro all’Agenzia delle entrate che il contributo unificato non si può applicare alle realtà Onlus, dal prossimo settembre la più importante organizzazione dei consumatori italiana sarà costretta a chiudere progressivamente tutte le proprie sedi fino ad arrivare a portare i libri in tribunale e dichiarare fallimento”.