«Anche Sant’Agata non è immune alla presenza di imbecilli e ignoranti! Lunedì puliremo… intanto indignatevi e preoccupiamoci! #asantagatanoNO #faciovive». Commenta così il giovane sindaco Luca Branda l’episodio che nella giornata di ha visto apparire sui muri di un casolare il disegno di una svastica. Il simbolo, una croce a quattro bracci, per via dell’errata interpretazione delle sue origini ritenute ‘arie’ fu adottato come simbolo da vari movimenti antisemiti e dal partito nazionalsocialista tedesco. Pertanto nella società odierna è un chiaro riferimento al nazismo. Insieme alla svastica, i muri sono stati imbrattati anche con altri disegni.
Un episodio condannato senza se e senza ma dall’intera comunità santagatese. Oltre che per il comune senso civico, l’episodio stato fortemente stigmatizzato poiché Sant’Agata D’esaro è il borgo cosentino di meno di 2000mila anime che diede i natali a Dante Castellucci, meglio noto come il comandante Facio. L’uomo nella sua breve vita (morì a 24 anni) fu un partigiano italiano, dapprima accusato di furto e poi fu fucilato dai suoi stessi compagni di lotta, ma le accuse si rivelarono poi false.
A Sant’Agata d’Esaro la sua figura è tutt’ora venerata, tanto che la cittadina in passato ha istituito un premio in sua memoria, il cosiddetto premio Facio, poiché egli è «considerato «uno dei combattenti più valorosi e coraggiosi della resistenza italiana, legato ai fratelli e Cervi e alla loro famiglia».