“Chiediamo una modifica alla legge che consenta alle associazioni dei consumatori e agli enti locali di scoraggiare in modo capillare l’acquisto di prodotti riferiti ad imprese che non abbiano ottenuto il bollino etico anticaporalato del ministero dell’Agricoltura”. Lo afferma in una nota il Codacons, sottolineando come sia “un dovere morale e sociale sostenere l’acquisto dei prodotti derivanti da quelle imprese agricole in regola con le leggi ed i contratti di lavoro, dando attuazione a quanto previsto dal decreto legge competitività del 2014″.
“Il bollino attesta – sostiene Francesco Di Lieto – la trasparenza dell’azienda e garantisce di trovarsi di fronte ad un’impresa che non utilizza manodopera in nero, né sfruttata dai “caporali”. Il fenomeno del caporalato è tornato drammaticamente alla ribalta, quale conseguenza del progressivo smantellamento di tutte le garanzie del lavoro subordinato. Solo attraverso un notevole danno economico, attuato attraverso “boicottaggi legalizzati”, nei confronti di chi non si impegna alla lotta al caporalato, è possibile colpire i nuovi schiavisti e arginare il fenomeno”.
Per il Codacons “è oramai assodato che la legge introdotta nel 2016 (la nr.199, per il contrasto al caporalato, ndr) non sia stata in grado di arginare il fenomeno. E come puntualmente accade nel nostro paese, le norme restano disattese perché non si è in grado di eseguire i controlli sul territorio”.
“Per questo motivo, già dal 2015 – ricorda Di Lieto – abbiamo presentato alle istituzioni ed al Parlamento una proposta per legalizzare il “boicottaggio” delle aziende che non si impegnano concretamente per impedire lo sfruttamento dei lavoratori”. Quelli costretti a spaccarsi la schiena per un tozzo di pane, nell’indifferenza omertosa delle istituzioni. Dinnanzi alla crescita esponenziale di queste nuove forme di schiavitù – conclude la nota del Codacons – abbiamo il dovere di effettuare acquisti consapevoli, boicottando i chi finanzia gli aguzzini e dissangua i lavoratori.