Che all’ospedale di Praia gli animi fossero agitati, lo si era capito da tempo, ma con l’episodio di oggi se ne ha la conferma. Un tecnico della radiologia sarebbe stato aggredito con un pugno in pieno volto da un medico del pronto soccorso. La situazione sarebbe degenerata fino al punto da dover chiedere l’intervento dei carabinieri, ai quali il giovane tecnico, G.D.A, queste le sue iniziali, ha poi inoltrato regolare denuncia.
I motivi che hanno portato alla presunta aggressione, sarebbero stati dettati da futili motivi. Pare che il tecnico abbia chiesto consulenza di una radiografia al medico, suggerendogli di sottoporre il paziente a un ulteriore esame, ma questi si sarebbe adirato al punto da scatenare la reazione, dopo averlo rincorso lungo un corridoio. La notizia sarebbe dovuta rimanere segreta, poiché a Cosenza, precisamente alle sedi Asp, la vicenda preoccupa e non poco.
Ma perché si sarebbe dovuta usare tanta discrezione? Il presunto aggressore non avrebbe dovuto prestare servizio presso il pronto soccorso di Praia a Mare poiché diverse segnalazioni delle settimane precedenti, lo descrivevano come persona inaffidabile e pericolosa. Ma l’Asp invece gli ha rinnovato regolarmente il contratto, senza sentire ragioni.
In sostanza, il medico aveva un precedente contratto la cui scadenza era stata fissata lo scorso 31 luglio, ma dal nosocomio praiese giorni prima erano partite numerose segnalazioni nelle quali il medico veniva descritto come inaffidabile sotto diversi punti di vista. Spesso avrebbe disertato il posto di lavoro senza nemmeno avvisare e per di più non si sarebbe reso reperibile come invece imporrebbe la legge.
In una situazione organizzativa generale di per sé disastrosa, il medico rappresenterebbe dunque un ulteriore ostacolo. Esattamente come aveva rivelato sempre la nostra redazione giorni addietro nell’articolo Ospedale di Praia, pronto soccorso nel caos: medico lavora per 30 ore di seguito, il medico in questione avrebbe costretto indirettamente un collega a lavorare al pronto soccorso per ben 36 ore di seguito dopo che non si era presentato al lavoro senza avvisare. Il medico che lo ha sostituito (controvoglia) stremato, alla 29esima ora di lavoro, aveva impugnato carta e penna per denunciare l’accaduto ai suoi superiori nonché alle forze dell’ordine.
Nonostante ciò, nessuno aveva preso provvedimenti.