Lettere alla redazione: «Sul reparto Medicina di Praia solo falsità, vi racconto il nostro dramma»

Un famigliare di un nostro lettore è rimasto vittima di un incidente ed è stato trasportato all'ospedale di Praia, dove però non ha subito nessun ricovero ed è stato costretto a finire, come al solito, all'ospedale civile di Cosenza

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Lettere alla redazione: «Sul reparto Medicina di Praia solo falsità, vi racconto il nostro dramma»

Gentile redazione, in merito alla sbandierata riapertura del reparto di Medicina di Praia a Mare (di cui la redazione La Lince si è occupata qui, ndr: Apre per la quinta volta il reparto di Medicina dell’inesistente ospedale di Praia a Mare), vorrei raccontarvi l’esperienza vissuta dalla nostra famiglia proprio nelle scorse ore perché ancora una volta ho vissuto in prima persona (per via di un incidente in motorino di un mio famigliare) l’inconsistenza della sanità altotirreica a favore di quella cosentina.

 

Con tutto il rispetto per quel centro, se sul Tirreno cosentino mancano i “coglioni” professionali (le competenze e le sicurezze) e gli strumenti per affrontare le emergenze siamo messi male. La nostra è stata una vera e propria odissea tra il caldo infernale e il traffico di luglio su una strada, la ss18, che è tutto dire, senza sapere dove andare a parare, rimbalzando le competenze. Da Praia (dove non ha aperto ancora nessuna di Medicina, ve lo assicuro, tanto meno quello di Chirurgia) siamo dovuti passare da Cetraro per poi arrivare finalmente a Cosenza, dove siamo giunti dopo diverse ore. Altro che riaperture, altro che reparto di Medicina a pieno regime, altro che ricoveri. Preciso che il suo trasporto è avvenuto in ambulanza prima a Praia, poi Cetraro e infine a Cosenza, il tutto condito dal fatto di non sapere bene perché uno è costretto allo stillicidio. Non so se la problematica riscontrata era di difficile esecuzione, la diagnosi è stata uno pneumo torace e micro frattura delle costole, devo precisare però che la vicenda è triste, anche se probabilmente poteva andargli peggio e fortunatamente così non è stato.

Una sanità, quella dell’Alto tirreno cosentino, che non può delegare tutto al presidio ospedaliero di Cosenza ma si deve prendere le proprie responsabilità professionali e dotarsi dei più utili strumenti diagnostitici e operativi.

Le scrivo questa lettera per appoggiare la “battaglia”, non chiaramente per apparire. Uso gli strumenti di comunicazione solo per interloquire con le persone sensibili ai temi e che svolgono un ruolo importante per il nostro territorio. Lottiamo per una sanità vera.

Cari saluti.

Lettere firmata

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