Sfruttato, sottopagato, umiliato, privato dei suoi diritti, costretto a firmare fogli in bianco, niente ferie, niente assegni famigliari e niente Tfr. È questo il quadro descritto in una lettera di denuncia da uno chef del Cosentino che, esasperato da tale situazione, ha deciso di informare l’Ispettorato del Lavoro di Cosenza, la Procura della Repubblica di Castrovillari e il Comando della Guardi di Finanza di Montegiordano. «Non ho mai avuto copia di un contratto né busta paga, ma solo lavoro e tante umiliazioni», scrive l’uomo, che ha deciso di rendere pubblica la sua denuncia perché «di situazioni come le mie ce ne sono ovunque».
Basta. È questo l’imperativo di questo cuoco con tanta esperienza sulle spalle, che finalmente non ha più paura di dire le cose come stanno. Il suo calvario, come spiega agli inquirenti, è finito a marzo scorso, quando dopo l’ennesimo rifiuto di un contratto regolare, ha deciso di mollare tutto a costo di rimettersi in discussione nonostante i suoi oltre 40 e tutto ciò che comporta ricominciare e rimettersi a cercare un lavoro.
Ma pensare alle conseguenze e continuare ad averne paura, avrebbe continuato a renderlo complice di una situazione ormai insostenibile e che continua a mietere vittime quotidianamente. Così come i suoi ex colleghi, che proprio come lui per tenersi stretto il posto di lavoro sono costretti a firmare fogli in bianco e rinunciare a ogni diritto.
La denuncia, come si evince dal documento, è suffragata da prove audio e video che proverebbero in maniera inconfutabile quanto raccontato, come ad esempio l’episodio in cui i titolari del ristorante lo hanno costretto a mentire sulle cause del suo infortunio una volta giunto presso il pronto soccorso di un nosocomio cosentino.
L’augurio è quello che gli organi preposti accertino quanto prima eventuali responsabilità e restituiscano dignità a questo lavoratori e a tutti quei nuovi schiavi del lavoro in nero della provincia di Cosenza e non solo.