«Andremo a fondo sulla recente vendita della centrale a biomasse del Mercure, ubicata nel Parco nazionale del Pollino, da parte di Enel al fondo F2i. Tali impianti fintamente “verdi” non sono serviti a nulla. Con le biomasse Enel e affini hanno lucrato grazie agli incentivi statali, con pesante inquinamento di interi territori e gravi conseguenze ambientali e per la salute umana». Lo afferma, annunciando iniziative in parlamento, il deputato M5s Giuseppe d’Ippolito, della commissione Ambiente. «Occorre intanto chiedersi – prosegue il parlamentare 5stelle – come mai e con quali valutazioni e scopi il fondo F2i, tra gli altri partecipato da Cassa Depositi e Prestiti e Intesa San Paolo, abbia comprato la centrale per complessivi 335milioni, dato che su iniziativa dell’attuale maggioranza di governo a breve gli incentivi statali verranno cancellati, in quanto siamo manifestamente contrari alle biomasse, avendo tutt’altra visione sulla produzione energetica, cioè di assoluto rispetto dell’ambiente».
«Altra questione – rimarca il deputato – è che Enel, la quale ha ottenuto i principali utili dagli incentivi statali, ha ceduto proprio adesso l’impianto, sempre contestato da enti, associazioni, comitati e Movimento 5stelle, in quanto sprovvisto delle necessarie autorizzazioni e mantenuto in vita grazie a un furbo accordo concepito al Ministero dello Sviluppo economico, all’epoca guidato dal Pd. In virtù di questo accordo, Enel ha sborsato milioni ai comuni del Parco e finanziato un osservatorio ambientale che ha commissionato a una fondazione creata dalla stessa azienda lo studio sull’inquinamento generato dall’impianto».
«Questa vicenda – conclude D’Ippolito – è l’esempio di come il profondo Sud, cioè la Calabria, sia sfruttato da gruppi di potere e affari ai quali interessa soltanto moltiplicare gli utili a spese dello Stato e delle comunità. Nello specifico ricordo che la Calabria ha un surplus di energia elettrica. La vicenda è l’esempio, dunque, di come le istituzioni si rendano a vari livelli complici di simili progetti, che il nuovo governo farà scomparire».