Se dovessimo parlare gli scarichi abusivi che finiscono nel mare della costa tirrenica cosentina potremmo scriverci un libro, se dovessimo farlo sulle incapacità degli amministratori locali di mettere fine a questo scempio altrettanto.
Com’è ormai noto a tutti, gli amministratori della Riviera dei Cedri ritengono che negare l’evidenza, nascondere la testa sotto la sabbia, smentire e screditare qualsivoglia prova in merito, coprire la sporcizia con vessilli e finti premi, sia decisamente più facile e conveniente che rimboccarsi le maniche, capire quali siano le reali fonti di inquinamento e, perché no, risolvere una volta per tutte l’annosa questione.
A Scalea, in particolar modo, dove negli anni passati escrementi e liquami facevano capolino in acqua nel bel mezzo della stagione turistica, circostanza confermata da allarmanti dati di laboratorio (che potete leggere cliccando QUI), era cominciata una crociata di cittadini e istituzioni contro quei cronisti che ne davano notizia, rei di fare cattiva pubblicità al territorio.
Ad ogni modo noi de La Lince siamo tornati ad occuparci anche quest’anno della questione e tra uno scempio e l’altro abbiamo seguito e documentato lo scarico fognario che finisce dritto nel meraviglioso specchio d’acqua antistante quella che viene comunemente indicata come baia del Carpino, passando precisamente dalla spiaggia chiamata Jiditale, ricadente nella zona Petrosa di Scalea, e che poi chiaramente si espande in lungo e in largo nelle acque circostanti.
Dopo un’approfondita ricerca, abbiamo appurato che a provocare ciò sarebbero alcune abitazioni i cui scarichi fognari sarebbero allacciati alle condotte in modo abusivo, pertanto i liquami non finirebbero nel depuratore per il filtraggio delle acque, ma direttamente a mare.
Ora, noi non sappiamo quante e quali abitazioni siano allacciate in modo fraudolento alla rete fognaria, ma abbiamo documentato che da quella condotta, quella che passa dal pozzo come si evince dalle foto e si propaga come un fiumiciattolo fino alla baia, espelle liquami che lungo il percorso sono nascosti da erbacce e piante alte. Basterebbe dunque fare un approfondito controllo per risalire alle identità dei responsabili.
Ma vi è di più. Risulta che che condotte siano così piene che ad ogni piccola pioggia i tombini si sollevino (anche questo documentato nelle foto) e insieme ai liquami fuoriesca del materiale di ogni genere. Che poi chiaramente viene scaricato nella baia.