«Il presidente del Parco nazionale del Pollino, Domenico Pappaterra, deve essere rimosso dall’incarico». Lo afferma, in una nota, il deputato M5s Paolo Parentela, che in proposito ha presentato un’interpellanza urgente al nuovo ministro dell’Ambiente, Sergio Costa. «Già assessore all’Ambiente della Regione Calabria, Pappaterra – spiega il parlamentare 5stelle – si è reso complice del grande inganno con cui Enel e la stessa Regione hanno mantenuto in esercizio la centrale a biomasse del Mercure, sita nel Parco, sprovvista delle necessarie autorizzazioni e giustificata con uno studio inattendibile sugli effetti per la salute umana, in quanto di parte e basato sullo studio microclimatico di un’altra area, cioè la valle di Latronico».
«Per di più – denuncia il deputato – lo studio in questione, appena concluso, proviene dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile, tra i cui soci fondatori figura proprio Enel, che in via esclusiva ha finanziato con 100mila euro annui l’Osservatorio ambientale previsto nell’ambito di un accordo di compensazione promosso nella passata legislatura dal Ministero dello Sviluppo economico. Nell’accordo è contemplato l’esborso compensativo di 17milioni a favore di enti che ricadono nel Parco. L’Osservatorio, invece, presieduto proprio da Pappaterra, ha il compito, si legge nelle carte, di promuovere ricerche e studi in campo ambientale a cura di esperti indipendenti di provata competenza tecnico-scientifica individuati dal medesimo organismo».
«Dunque – riassume il parlamentare M5s – lo studio in questione proviene da una fondazione creata da Enel ed è stato condotto per conto di un osservatorio finanziato da Enel, che dalla centrale del Mercure, peraltro rifornita di biomasse da imprese boschive accusate di gestione ‘ndranghetistica, ha guadagnato decine di milioni grazie agli incentivi dello Stato».
«La notizia pazzesca – conclude Parentela – è che, dopo aver lucrato a spese dello Stato e a danno delle comunità locali, Enel ha venduto l’impianto al fondo F2i, tra i cui maggiori azionisti ci sono Intesa San Paolo e Unicredit, cioè gli istituti che dettano legge in Banca d’Italia. Il primo espresse il ministro plenipotenziario Carlo Passera, il secondo annovera tra i propri consiglieri anche Fabrizio Saccomanni, già ministro dell’Economia. Il dato è politicamente allarmante e significa soltanto una cosa, che la Calabria è terra di conquista, finzioni e speculazioni gigantesche».