L’articolo è apparso sul settimanale Tutto nell’edizione del 7 giugno 2018
di Francesca Lagatta
Anthony Peth, al secolo Antonio Petretto, nasce ad Uri, piccolo paesino della provincia di Sassari, 32 anni fa. Appena maggiorenne vola alla volta di Roma perché il suo sogno è quello di diventare un regista di successo, ma prima vuole laurearsi e specializzarsi in Lettere indirizzo Spettacolo, cosa che farà a pieni voti, per poi prendere successivamente una seconda laurea in Beni Culturali.
Per mantenersi agli studi regala sorrisi ai turisti capitolini diventando un’impassibile “statua” a Piazza Navona, salutando grandi e piccini in modo piuttosto originale, tanto che le sue performance finiscono sui tg nazionali. Tra gli spettatori c’è anche un certo Maurizio Costanzo che lo nota e annovera tra i conduttori fissi del programma Mediaset “Voglia“. Di lì è tutta un’escalation di successi. Poco dopo arrivano le prime esperienze teatrali, poi il bell’Antonio passa al ruolo di aiuto regista per cinema e fiction televisive, scrive il format “WakaShow” e lo conduce sulla piattaforma Sky, dove rimane a lungo al timone di un tg satirico. Poi è la volta di “3,2,1, Ciak“, del sorridendo Film Festival, del debutto alla regia con la fiction “Obiettivo salvezza” e della Campagna nazionale della Sicurezza Italiana 2014. Nello stesso anno diventa Ambasciatore del Made in Italy nel Mondo per la Comunità Europea. Il più giovane ambasciatore del Made in Italy nel Mondo. Poi la giovane promessa del panorama televisivo italiano passa alla radio con “Attenti a quei 2“, ma poco dopo torna al suo primo amore, la tv, e si trasferisce a La 7 per condurre ogni domenica “Gustibus“, il programma che va alla scoperta dei gusti e delle tradizioni della cucina italiana. Nel frattempo vince una miriade di premi, tra cui due David di Michelangelo per la categoria Spettacolo e Tv, e conquista le copertine patinate dei giornali di gossip. Ma non è tutto. Nel 2016 esce il suo calendario, che viene distribuito in tutte le edicole d’Italia. Gli scatti sono un mix di bellezza e sensualità e servono a raccogliere fondi da devolvere alle associazioni che seguono bambini e adolescenti abbandonati. Perché Anthony Peth è bello e fuori.
Anthony, come ci si sente nei panni del Caronte della cucina italiana, dell’Ambasciatore del gusto?
«Mi sento in una botte di ferro. Scherzi a parte, questo ruolo televisivo di Ambasciatore del gusto mi regala grandi emozioni, gran parte della ricchezza italiana è proprio la tradizione della nostra cucina, culla della nostra cultura. Ogni settimana è una vera scoperta per me conoscere queste storie ricche di passione. Ogni territorio ha tanto da offrire e se devo essere sincero fino in fondo mangiare la vera cucina italiana mi piace davvero, è una goduria per il palato. Le eccellenze che racconto in Tv sono caratterizzate da un comune denominatore che è la qualità. L’italia da gustare è l’Italia più bella, facciamola conoscere fino in fondo, perché ha veramente tanto da offrire la nostra nazione».
La tua è una carriera in forte ascesa. Quando è cominciata di preciso?
«Ti ringrazio per il complimento, ma credo che la strada sia ancora lunga. In questo lavoro non bisogna mai sentirsi arrivati anzi, la carriera per me ha inizio quando gli addetti ai lavori o giornaliste come te notano delle qualità nel mio lavoro. Ho iniziato di preciso a 19 anni, appena arrivato a Roma ho avuto la fortuna di essere stato notato da Maurizio Costanzo, è lì che è iniziata la mia avventura nel mondo della tv. Ero un ragazzo proveniente dalla Sardegna giunto a Roma con una valigia piena di sogni e l’intenzione di studiare regia, poco dopo mi sono stato catapultato nelle reti Mediaset, sotto la direzione artistica di grandi maestri che mi hanno affidato la realizzazione di un format ideato da uno dei mostri sacri della tv. È stato un vortice di emozioni che ancora oggi non saprei spiegare».
Un pregio e un difetto del tuo lavoro.
«Il mio lavoro ha tanti pregi, ma credo che quello più importante sia, appunto, quello di regalarti emozioni indescrivibili. Anche i difetti sono tanti, come l’ansia e l’agitazione prima di ogni registrazione o diretta. È una cosa alla quale non ci si abitua mai».
Com’è il rapporto con i tuoi fan, e in particolare con le sue ammiratrici?
«Il rapporto che lega alla persone che mi seguono è molto forte, senza il loro affetto e il loro interesse non sarei quel che sono. Per questo cerco di essere cordiale con tutti, quando posso rispondo ai messaggi e ai commenti sui social, credo che il pubblico sia la nostra forza, ma anche la motivazione principale per continuare a lavorare in tv. Sono gli ascolti che indicano il gradimento di una trasmissione, che rivelano se piaci o non piaci. Perché non essere grati con queste persone e creare, perché no, anche un rapporto amichevole seppur virtuale? A dire il vero con alcuni di loro si è anche creato un rapporto di amicizia. Sono un uomo semplice e disponibile, anche nel privato».
Ha mai ricevuto una lettera d’amore di una donna che si è innamorata guardandoti in tv?
«Parecchie. Ma sebbene come ti dicevo poco fa io sia disponibile con tutti, mi infastidisce che a volte la mia gentilezza sia stata scambiata per accondiscendenza. Ci sono stati dei casi, per fortuna molto rari, dove l’approccio nei miei confronti è stato a dir poco imbarazzante. Frasi forti, dichiarazioni d’amore senza nemmeno avermi mai visto dal vivo. Ma succede, dai, si sa, fa parte del gioco quando si è esposti mediaticamente con il proprio lavoro».
Chi è Anthony Peth a telecamere spente? Un inguaribile pantofolaio o un assiduo frequentatore dei salotti mondani?
«Non amo i salotti mondani, ci ritrovo sempre le stesse persone per quel poco che mi è capitato di andarci. Pensa che a Roma ci sono persone che ogni sera escono e partecipano ad eventi quasi come fosse una professione, il mio lavoro invece non mi permette di fare questo tipo di vita e non amo nemmeno fiondarmi nei buffet e rimpinzarmi di cibo. Lo trovo molto poco elegante. Preferisco partecipare ad eventi culturali e artistici e se capita di partecipare a una serata mondana è solo per omaggiare qualche collega che ho il piacere di frequentare anche nella vita privata. Per il resto che dire, non sono neppure un pantofolaio, non lo sono mai stato, viaggiando molto per le trasferte televisive c’è poco tempo per il divano e anche per la corsa ai rinfreschi».
Lo vogliono sapere tutti: single o impegnato?
«Sono felicemente single. In amore come nella vita professionale non mi accontento e se arriverà l’amore vero, quello che ti stravolge la vita, lo dirò al mondo intero. Lo sogno e spero che arrivi prima o poi… In fondo chi non lo desidera?».
Una collega con cui usciresti volentieri a cena?
«Ilary Blasi. Per me è la numero uno, spontanea, sexy e brillante. Mi farei tantissime risate con lei».
Come ti vedi tra dieci anni?
«Come sono oggi, l’indole è quella di un folle innamorato della vita e sarà così per sempre. Sono stato anche fin troppo serio in questa intervista, ma in alcune domande hai toccato tematiche forti ed era giusto essere seri, ma nella vita reale mi piace scherzare, ridere e vedere ridere le persone a cui tengo mi fa stare bene. Tra dieci anni sarò l’eterno Peter pan che sono oggi, con la stessa passione per il mio lavoro e la voglia di affrontare sfide ogni giorno, divertendomi».
Nella prossima stagione televisiva, dove ti vedremo invece?
«Posso dirti che sono arrivate due proposte importanti in questi mesi, una da Mediaset, che sto valutando, e una dalla Rai, ma per il momento il mio cuore batte per “Gustibus”, una trasmissione che mi sta regalando veramente tante soddisfazioni e posso anticiparvi che sono stato riconfermato per la prossima stagione. Ma chissà cosa accadrà da qui a qualche mese. Nel frattempo vi aspetto ogni domenica su La 7 alle 10.45 alla scoperta di luoghi e sapori del nostro bel Paese che “Gustibus” sa raccontare come nessun altro».