Cosenza, 26 giugno 2018 – Nella riunione del Gruppo consiliare del Pd che abbiamo tenuto prima dell’inizio del consiglio comunale avevamo deciso di presentare un ordine del giorno sull’ubicazione del nuovo ospedale su Vaglio Lise. Il documento – firmato dai consiglieri del Pd, La Grande Cosenza P.S.I., Prima Cosenza, Uniti per la città, Adesso Cosenza – è stato consegnato alla segreteria del Consiglio per valutare se ci fossero le condizioni per trovare un punto di incontro tra noi e la maggioranza.
C’eravamo resi disponibili a un documento comune che desse mandato a un incontro istituzionale tra il sindaco Occhiuto e Mario Oliverio aggiornando la seduta del Consiglio comunale entro 15 giorni per poi decidere, come spetta per legge al Consiglio, l’ubicazione del nuovo ospedale. Tutto questo per evitare balletti e perdite di tempo che da circa un anno hanno impedito al consiglio comunale di esercitare la sua funzione e di scegliere definitivamente il sito del nuovo nosocomio.
Occhiuto e la sua maggioranza hanno deciso invece di fare melina per cercare di alzare il prezzo nei confronti del presidente della Giunta regionale impedendo di far decidere il Consiglio comunale, così come avevamo chiesto, entro 15 giorni. Abbiamo avuto questo atteggiamento responsabile perché così com’è avvenuto per la Metropolitana leggera (Occhiuto è stato costretto a fare marcia indietro dando il via libera alla realizazzazione della Metro) ci siamo comportati come forza di governo che si trova momentaneamente all’opposizione e agisce negli interessi generali della città.
Così si è arrivati alla nostra proposta fatta in Consiglio di dare mandato al sindaco di avviare un’ulteriore interlocuzione istituzionale con il presidente della regione con un vincolo imprescindibile che il consiglio comunale fosse chiamato entro 15 giorni a decidere sulla scelta del nuovo sito e sulla utilizzazione dell’area del vecchio ospedale dell’Annunziata da adibire a “Città della sanità”, con il trasferimento di tutti i servizi sanitari e territoriali che insistono sulla città e con l’istituzione di Centro di ricerca, di prevenzione sanitaria avviando un’opera di ristrutturazione e riquriqualificazione non solo delle strutture del vecchio presidio ospedaliero ma anche dell’intero quartiere. Questa poteva essere una risposta alle preoccupazioni di una marginalizzazione dell’area rilanciando invece un intero quartiere, sia dal punto di vista urbanistico che sociale.
A questa nostra proposta politica stringente che ancorava l’incontro istituzionale tra il sindaco e il presidente a un aggiornamento del consiglio per decidere entro 15 giorni sul sito del nuovo ospedale, la maggioranza ha però risposto con un documento che va nella direzione di continuare il gioco della contrattazione, nel tentativo di fare accordi sottobanco che hanno fatto perdere già un anno per la scelta del sito e che non hanno nulla a che fare con l’interesse collettivo.
Non c’è più tempo da perdere. Non spetta né a Mario Oliverio, né a Mario Occhiuto la scelta del sito ma è una prerogativa imprescindibile del consiglio comunale di Cosenza. Chi pensa, come fa il sindaco Occhiuto, di trascinare questa vicenda per le lunghe si assumerà la responsabilità di impedire la realizzazione di un nuovo ospedale di 709 posti letto per acuti e la possibilità che attraverso questa struttura si possa riqualificare il più grande quartiere popolare della città attraverso opere aggiuntive di riqualificazione e inclusione sociale. Dell’ossessione che ha manifestato il sindaco nel corso dell’intervento del consiglio comunale ribadendo più volte che “nella campagna elettorale era stato Guccione a indicare il sito di Vaglio Lise per l’ubicazione del nuovo ospedale” se ne dovrà fare una ragione. Sarà ricordato come il sindaco che ha realizzato prima il programma di Giacomo Mancini (piazza Bilotti, ponte di Calatrava e Planetario solo per fare alcuni esempi) poi quello di Carlo Guccione (Metrotranvia e ospedale a Vaglio Lise) e tra qualche tempo anche quello della Grande Cosenza, il Comune unico. Mi dispiace, ma dovrà farsene una ragione.